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Allarme Anbi sul maltempo: servono prevenzione civile e investimenti

«Non può bastare il previsto miglioramento meteorologico per far dimenticare» alla politica «le criticità idrogeologiche, registrate nelle scorse ore in numerose regioni d’Italia». A rilevarlo è l’associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi). Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, osserva che l’Italia «non solo è in balia dell’estremizzazione degli eventi atmosferici, passando in poche ore dalla siccità all’allarme alluvioni, ma è sempre più debole di fronte alla violenza delle precipitazioni».

Secondo il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano, «è necessario affiancare, alla protezione civile, una politica di prevenzione civile, fatta di interventi mirati a incrementare la resilienza delle comunità, oggi impreparate anche nell’applicare elementari regole di prudenza di fronte ad evenienze finora sconosciute. Oltre a ciò, servono investimenti per adeguare la rete idraulica, consci che 1 euro speso in prevenzione, ne fa risparmiare 5 in danni. Non solo: i dati dimostrano come solo il 10% dei danni venga realmente ristorato dopo le dichiarazioni dello stato di calamità».

Il Piano Anbi di Efficientamento della rete idraulica del Paese, si legge in una nota, prevede 858 progetti, perlopiù definitivi ed esecutivi quindi velocemente cantierabili, con un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro. Nello specifico: 729 interventi riguardano opere di manutenzione straordinaria su una rete idraulica, lunga circa 220.000 chilometri; 90 cantieri devono provvedere alla pulizia di altrettanti bacini, la cui capacità è ridotta del 10% a causa del progressivo interrimento; 16 progetti mirano al completamento di invasi incompiuti, mentre 23 sono i serbatoi da realizzare ex novo.

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