Virgin Atlantic Airways, la compagnia aerea inglese di Richard Branson, ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti dopo essere stata colpita duramente dall’impatto della pandemia.
L’obiettivo è quello di mettere in atto un pacchetto di salvataggio da 1,5 miliardi di dollari pensato per mantenere in vita il vettore durante la crisi del Covid-19. Il vettore ha presentato l’istanza di bancarotta presso il tribunale fallimentare di New York, chiedendo di potersi avvalere della protezione del Chapter 15, una mossa che rientra nel processo di ristrutturazione avviato dalla società nel Regno Unito. L’iter include un sostengo finanziario di 600 milioni di sterline da parte degli azionisti. Il Chapter 15 è una sezione del codice statunitense che consente alle società straniere di accedere a molti dei vantaggi della legge fallimentare degli Usa. In aggiunta i legali di Virgin hanno richiesto alla corte statunitense di emettere un ordine restrittivo temporaneo, che congelerebbe i contenziosi legali della società e proteggerebbe gli asset statunitensi del vettore da potenziali sequestri durante le ristrutturazioni nei loro paesi di origine. L’accordo di riassetto assicurerà al vettore un investimento di capitale di 200 milioni di sterline da Virgin Group di Branson, e 170 mln gbp in prestiti garantiti da Davidson Kempner Capital Management.
Secondo la proposta, Virgin Group manterrà la propria partecipazione di maggioranza del 51% nel vettore, mentre il partner statunitense Delta Air Lines continuerà a detenere il restante 49%. Soltanto un mese fa Virgin Atlantic aveva annunciato di essersi assicurata un pacchetto di aiuti da 1,5 miliardi di dollari della durata di 18 mesi, con lo scopo di rafforzare il proprio bilancio e ritornare in utile dal 2022. La compagnia aerea aveva riferito che il finanziamento aveva ricevuto il sostegno degli azionisti, nonché dei propri creditori e investitori privati.