Il governo non è in ritardo sulla programmazione delle risorse del Recovery Fund. Ad assicurarlo è il ministro per le politiche europee Vincenzo Amendola. “Dopo che abbiamo firmato il famoso accordo il 21 luglio, abbiamo programmato per tutto agosto, perché avremo le risorse del Recovery fund, 209 miliardi, e avremo anche risorse importanti dal bilancio europeo 2021-27. Tante risorse anche lì che servono per la ripresa, ma soprattutto per mettere il nostro paese e l’Europa di nuovo in carreggiata”, ha affermato il ministro in un’intervista a 24 Mattino, aggiungendo che sui progetti da finanziare con il Recovery fund “non c’é un assalto alla diligenza. Ho sentito tante cose sbagliate: svuotacassetti, progetti vecchi. Quando si parla di transizione green, transizione digitale, stiamo parlando del futuro. Progetti che devono essere fatti adesso. Cinque anni fa questi grandi temi della rivoluzione tecnologica non esistevano. Quindi è tutta una proiezione verso il futuro”.
Amendola ha spiegato che “si lavora su progetti e indirizzi concreti, che sono quelli che abbiamo deciso il 21 luglio nell’accordo, che non è solo sulle risorse ma su quello che vogliamo fare dell’Europa e dell’Italia. Ad oggi si sono svolte due riunioni del Comitato sul piano nazionale di ripresa, quello del 28 luglio che ha dato mandato per l’avvio dei lavori di coordinamento e quello del 9 settembre che ha concordato le linee guida essenziali del piano. Un terzo appuntamento è previsto entro il 15 ottobre prossimo”. Quanto alla tempistica prevista per l’approvazione del documento, “la Commissione europea avrà a disposizione fino a 8 settimane per esaminare e proporre al Consiglio Ecofin l’approvazione del Piano nazionale”, ha detto ancora il ministro per gli Affari europei precisando che “l’Ecofin dovrà approvare il piano con un atto delegato, da adottare a maggioranza qualificata entro 4 settimane dalla presentazione della proposta della Commissione europea.
Dalla presentazione formale del piano potrebbero passare circa tre mesi per l’approvazione che poi darà la possibilità di accedere subito al 10% del finanziamento globale”. Secondo Amendola, “un impiego integrale da parte del nostro paese delle risorse delle risorse Quadro finanziario pluriennale e del Recovery fund cambierebbe la nostra posizione di contributore netto dell’Unione europea e soprattutto, unitamente alla loro potenziale natura addittiva rispetto alle misure economiche già varate dall’esecutivo, potrebbe avere un impatto positivo e rilevante sulla crescita economica del paese”. Il piano che sarà presentato all’Ue per l’accesso alle risorse potrebbe offrire “una spesa pubblica di qualità, trasformata nei suoi sistemi procedurali e che potrebbe essere in grado di essere determinante nella ripresa economica con una positiva caduta”, ha proseguito Amendola precisando che nelle fasi di redazione del piano nazionale per la ripresa e la resilienza, “il raccordo con il Parlamento e enti locali è essenziale”. Il 15 settembre, ha concluso Amendola, “aspettiamo altre linee guida europee” sul Recovery fund, le quali verranno inviate dal Ciae al Parlamento che poi deciderà autonomamente i processi di analisi e il voto”.








