A lanciare l’allarme è Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto. “Il Paese ha bisogno di fatti e non di parole: la medicina di cui abbiamo bisogno è la concretezza. Annunciare che il ‘recovery plan’ sarà presentato a settembre non significa nulla: siamo davanti a parole, che se anche pronunciate all’inglese tali rimangono. I fatti parlano di interi settori in fortissima crisi, del crollo del Pil stimato attorno al 10 per cento e all’aumento della disoccupazione. Attendere settembre per fronteggiare lo scenario mi sembra assurdo”.
“Non possiamo perdere più tempo. Da più parti vengono proposte misure concrete, che possono essere attivate dal Parlamento in brevissimo tempo, cioè un orizzonte di settimane al massimo e non di mesi. Temo l’impatto che gli enti locali, i Comuni in primo luogo, dovranno sostenere a iniziare dall’assistenza alle famiglie in difficoltà mentre per molte aziende vengono via via meno le prospettive di ripresa – ha continuato – bisogna spegnare oggi l’incendio che sta divampando: a settembre troveremo solo cenere. Purtroppo i segnali che giungono da Roma -ha aggiunto- sono più che inquietanti: le divisioni in seno alla maggioranza di governo sono evidenti e aver trasformato in ‘informativa’ l’intervento del primo ministro Conte relativamente al Consiglio europeo del 19 giugno, sottraendo al Parlamento la possibilità di dare un chiaro mandato e quindi un indirizzo operativo al Governo, è fatto di gravità estrema. Siamo in una Repubblica Parlamentare in cui il Parlamento, per questo governo, non conta nulla, né contano nulla i veri bisogni della cittadinanza, delle imprese e di ogni attore sociale, bisogni che non possono essere placati da promesse”.








