L’assemblea straordinaria di Banca Popolare di Bari in amministrazione straordinaria, dopo circa tre ore di adunanza, ha approvato la trasformazione dell’istituto in Spa e l’aumento di capitale.
La Bari era una delle due popolari – l’altra e’ la B.P.Sondrio – con attivi sopra a 8 mld di euro a non aver ancora effettuato la trasformazione societaria a valle della cosiddetta Riforma Renzi del 2015 che aboliva, per le maggiori banche di stampo cooperativo, il voto capitario.
Nel dettaglio i soci hanno preso atto della situazione patrimoniale al 31 marzo e della riduzione a zero del capitale per effetto delle perdite maturate e della ricostituzione di un patrimonio netto positivo per 10 mln euro per effetto dei versamenti del Fondo Interbancario di Tutela Depositi.
E’ stata quindi approvata la trasformazione in società per azioni e la conseguente adozione di un nuovo statuto; infine è stato approvato l’aumento di capitale per un importo complessivo di 933.246.586 euro da offrire in sottoscrizione al Fondo Interbancario e a Banca del Mezzogiorno.
All’assemblea sono intervenuti oltre il 50% dei soci aventi diritto e hanno votato a favore delle delibere circa il 96% degli intervenuti.
Secondo il management è stato compiuto un passo fondamentale per il rafforzamento patrimoniale e della governance della banca, che consente di dare avvio alla FASE di rilancio, nell’interesse degli azionisti, delle imprese, dei clienti, delle lavoratrici, dei lavoratori e di tutto il territorio.
Un risultato straordinario, spiegano i vertici, che dimostra l’interesse e la rilevanza del progetto presentato, di una Banca del Mezzogiorno e per il Mezzogiorno.
“Pochi minuti fa abbiamo proclamato l’approvazione da parte dell’assemblea straordinaria dei soci della Banca popolare di Bari delle proposte di trasformazione della banca in società per azioni e di aumento di capitale destinato al Fondo interbancario e a Medio credito centrale, previa copertura delle perdite e ricostituzione di un capitale minimo di 10 milioni di euro”, ha annunciato Antonio Blandini, uno dei due commissari straordinari delll’istituo al termine dell’assemblea.
Sottolineando che “c’è stata una partecipazione straordinaria e siamo riusciti a poter tenere l’assemblea in prima convocazione, cosa unica credo in una banca popolare, con oltre 35mila soci intervenuti in assemblea in questo momento particolare per la banca”.
“Siamo particolarmente colpiti dal fatto che le proposte sono state approvate con circa il 96% dei voti favorevoli, quindi questo vuol dire che la banca continua e che ci sara’ una banca nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno”, ha concluso.
Intanto Amco ha sottoscritto con B.P.Bari un contratto di cessione pro-soluto e in blocco per l’acquisto di un portafoglio di Npl di circa 2 mld (valore lordo di bilancio), per circa il 60% caratterizzato da Utp e per la parte rimanente da sofferenze.
Il prezzo complessivo dell’operazione, spiega una nota, e’ di circa 500 mln. L’efficacia dell’operazione è condizionata al verificarsi dell’integrale versamento dell’aumento di capitale.
Amco propone una gestione dei crediti Utp orientata a favorire la continuita’ aziendale e il rilancio industriale delle imprese.
Amco è stata assistita nell’operazione dallo studio legale Gianni Origoni, Grippo, Cappelli & Partners in qualità di advisor legale e da PwC in qualita’ di advisor finanziario.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri ha espresso, anche a nome del Governo, “grande soddisfazione per l’esito dell’assemblea che con un voto praticamente unanime e una partecipazione senza precedenti ha decretato il successo dell’operazione di trasformazione, ricapitalizzazione e rilancio della Banca Popolare di Bari”.
“Con l’approvazione dell’assemblea dei soci della banca Popolare di Bari alla trasformazione in spa si volta definitivamente pagina: sono stati salvati 2.700 posti di lavoro e le economie di diverse regioni. Con l’esito positivo di oggi, e’ arrivato anche il momento di risolvere tutti i problemi del settore bancario”, ha dichiarato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dopo il via libera.
Per il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, “il senso di responsabilita’ ha prevalso, ma ora non bisogna spegnere i fari accesi sulla banca”.








