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Ugo Magri (La Stampa): «Il monito di Mattarella è chiaro: quando la nave rischia il naufragio, nessuno si salva da solo, tutti devono dare una mano»


L’editoriale della Stampa, firmato da Ugo Magri, è dedicato all’appello del presidente Mattarella alla responsabilità di tutti.

“Con tutto quello che sta rischiando l’Italia, c’è chi continua a farsi gli affari propri infischiandosene dell’interesse generale. Lo denuncia Sergio Mattarella con un linguaggio come al solito misurato nella forma, ma allarmato nella sostanza. Il capo dello Stato – sottolinea Magri – vede «nicchie» della politica, «spicchi» delle istituzioni e «ambienti» dell’economia che non hanno colto fino in fondo la gravità della situazione, per cui continuano a regolarsi come se ancora vivessimo tempi normali. Si «attestano», dice testualmente, a difendere competenze, prerogative e orticelli laddove l’emergenza sanitaria richiederebbe «raccordo, coordinamento, collaborazione». Se Mattarella ha ritenuto di parlarne, profittando della cerimonia di consegna delle onorificenze agli eroi della lotta contro il Covid, ci sarà sicuramente un perché. Dal suo punto di osservazione, un presidente è in grado di cogliere criticità che sfuggono a noi, comuni cittadini. Certe tensioni, tuttavia, balzano agli occhi. Da giorni nel governo si scontrano i fautori di misure più restrittive con quelli che le ritengono già sufficienti. Non c’è concordia a riguardo nemmeno tra gli esperti del Comitato scientifico. La discussione sul Mes avvelena i rapporti tra Conte e il Pd, nella maggioranza Renzi pretende verifiche e rimpasti al momento lunari. Zero dialogo con l’opposizione. Il Parlamento a rischio quarantena. Fatiche estenuanti per trovare la quadra con le Regioni. I governatori che litigano con il governo e anche tra loro. Lo scaricabarile con i sindaci sull’orario del «coprifuoco». La rivolta di pub e ristoratori. Le categorie all’assalto, le lobby scatenate, nessuno mai che rinunci a qualcosa mentre si moltiplicano i segnali di stanchezza nel paese davanti al groviglio di competenze, all’intreccio di poteri, all’accavallarsi di pretese, allo spettacolo di impotenza. Ce n’è abbastanza perché Mattarella intervenga e rammenti una verità elementare: quando la nave rischia il naufragio, nessuno si salva da solo, tutti devono dare una mano. Chi insistesse ad anteporre l’interesse proprio a quello generale «sarebbe travolto» e farebbe una brutta fine”.

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