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Paolo Bassetti: «La Rai non sia una scatola vuota alla mercé della politica»

Con la fusione di Banijay, il gruppo italo-francese con De Agostini tra i soci, e Endemol, Paolo Bassetti sta per assistere alla nascita della più grande società di produzione in Europa. In un’intervista al ‘Messaggero’ l’ad di Banijay Bassetti fa il punto sull’attività della Rai che – dice – deve fare “sistema, dentro e fuori l’azienda”, deve “diventare più competitiva, e non rischiare di essere una scatola vuota in balia della politica”. Un’analisi che arriva da chi, i contenuti Rai, li produce. Oggi Banijay, con Endemol, fa il 69% delle produzioni Rai, 1923 ore di trasmissioni. “In Inghilterra, Francia e Germania produciamo con la tv pubblica 7-8 volte più che in Italia – dice Bassetti – il conteggio delle ore è ingannevole: 450 ore l’anno di ‘Vieni da me’ costano quanto tre ore di fiction. Il calcolo, come fa l’antitrust anche in Europa, va fatto sul fatturato. E poi si tratta di co-produzioni: la Rai produce il 70/80% del budget, noi il 20/30%”. In relazione al fatto che la Rai ha cancellato ‘La prova del cuoco’ e ‘Vieni da me’, Bassetti spiega: “In vista dell’acquisizione di Endemol l’antitrust sta controllando le nostre aziende e tutto il mercato italiano. La Rai però, senza attendere il giudizio – come avrebbe dovuto – ha tagliato ‘La prova del cuoco’ a Endemol e ‘Vieni da me’ a Banijay. Lasciando molte persone senza lavoro”. Tra le novità in cantiere Bassetti ne annuncia “una per Mediaset e una per Rai, la serie medica ‘Lea’ con Vanessa Incontrada: abbiamo pagato l’opzione per partire a marzo, ma il virus ha fermato tutto. Dobbiamo capire se Incontrada sarà ancora disponibile”. Bassetti manifesta la sua stima per Tinny Andreatta, l’ex direttore di Rai Fiction passata alla guida delle serie italiane di Netflix: “La stimo, ha fatto un gran lavoro. In Rai si rischia di non avere prospettive: la politica troppo presente e il tetto (ai compensi, ndr) non aiuta” perché “quelli bravi interni se ne vanno e quelli bravi esterni non verranno mai”. L’ad di Banijay difende anche Fabio Fazio: “Lui è una risorsa – dice – ‘Che tempo che fa’ è la sintesi perfetta di servizio pubblico e intrattenimento, ottimi ascolti e raccolta pubblicitaria. Su Rai1 dalle 20.30 a mezzanotte costava solo 400 mila euro a puntata: la rete, per coprire le tre fasce, oggi spende tre volte tanto. Si autoproduce? Nel mondo lo fanno tutti i grandi showman. Ed è vergognoso cambiare in corsa le regole”, conclude.

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