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Togliere il virus dagli ambienti chiusi è possibile, occorre un investimento infrastrutturale

Non c’è nulla da aggiungere sulla fase 1.

Per la fase 2, è il momento delle scelte che, se saranno intelligenti, daranno un grande vantaggio competitivo al paese ed a chi avrà il coraggio di investire. Le azioni ben fatte di oggi saranno fondamentali anche nella fase 3, ossia quando avremo un vaccino distribuito a tutta la popolazione.

Il distanziamento non è la sola opzione in molti contesti, soprattutto ricettivi e ricreativi, che per un paese come l’Italia sono il grande generatore del PIL buono. Sì, perché c’è PIL buono e PIL molto meno buono. Il turismo interno certamente è molto buono ma soprattutto quello estero è ottimo; nonostante siamo stati talmente poco lungimiranti, e continuiamo ad esserlo lasciando ormai mediamente il 15% del fatturato turistico alberghiero ai vari Booking, Expedia, Airbnb, ecc., ossia 15 miliardi l’anno, per l’Italia 100 mld di valore aggiunto turistico rappresentano la salvezza del paese.

Tuttavia, per togliere la “paura” a chi deve entrare in un ristorante, un hotel, una palestra, un treno, una metro, un teatro, un cinema, la percezione di sicurezza deve essere massima.

Le riaperture debbono dare una sicurezza percepita evidente, dimostrabile. E c’è un modo “semplice” per aumentare enormemente la sicurezza reale e percepita: togliere il virus, direi i virus ed i batteri, nel momento stesso in cui vengono espulsi nell’aria.

Ormai abbiamo tutti chiaro che le mascherine abbattono la diffusione, ma c’è un modo altrettanto efficace che è quello di posizionare l’aspirazione dell’aria prodotta dalle persone a pochi centimetri dalla bocca di ciascuno, ossia fare in modo che il respiro, la tosse, lo starnuto insomma il virus sia estratto prima che si diffonda nell’ambiente di ristoranti, palestre, teatri, hotel, treni, metro, bus, hotel.

È possibile? Certamente e da decine di anni. I sistemi di aspirazione che tutti conosciamo, per esempio nei bagni chiusi ben realizzati, hanno dei sistemi di estrazione per togliere i cattivi odori ma ciò avviene estraendo l’aria e portandola, per legge, sul tetto. Quello che dobbiamo accettare è di configurare ambienti con tavoli di ristorante, zone di lavoro, palestre, cinema, ecc. dove ad una distanza calcolata in base alla potenza di estrazione da dove la persona è seduta o sta facendo esercizio fisico è posta una bocchetta di aspirazione che convoglia l’aria nei canali di aspirazione, evitando totalmente la diffusione nell’ambiente circostante.

Posso ottenere questo risultato posizionando tali bocche di aspirazione, che sono piccole e ben inseribili nell’ambiente, sopra la persona o davanti alla persona; insomma debbo creare un flusso d’aria che dalla bocca della persona arriva dritto alla bocchetta di aspirazione senza incrociare altre persone. È evidente che in questo modo azzero o quasi la diffusione verso altri soggetti.

Il respiro, anche il colpo di tosse non raggiunge l’altra persona: l’aria se ne va in un circuito di espulsione. Se poi al termine del canale che va nell’ambiente esterno e/o dove l’aria viene immessa nell’ambiente dai classici sistemi di condizionamento o all’uscita dell’aria dei fan-coil metto sistemi di abbattimento della carica batterica e virale, oggi possibile con molte tecnologie – UV, torce al plasma, ecc. – il mio hotel, il mio ristorante, la mia palestra, diventano grandi bonificatori dell’aria, diventano ambienti pressoché asettici, mettendo così in sicurezza la salute delle persone che li frequentano e l’ambiente esterno.

E se pensate che questo sistema anche in fase 3 sarà operativo per le classiche epidemie influenzali o qualunque altro covid x che certamente arriverà tra qualche anno, non solo creeremo un’assicurazione sulla vita delle persone e dell’economia, ma abbatteremo ogni anno i milioni di ore non lavorate a causa di contagi influenzali che fanno perdere competitività al paese in un momento in cui la competizione tra paesi sarà spietata.

Immaginate che questo possa essere fatto in tutti gli ospedali, posizionando estrazioni dirette sopra ogni posto letto di degenza; certamente non azzererà le grandi infezioni ospedaliere, che uccidono migliaia di persone l’anno e che costano al paese circa 1 miliardo di euro l’anno, ma certamente le ridurrà.

Insomma, una grande opera di infrastrutturazione del paese, che sarà non solo un investimento che mobilita PIL immediato, ma che investe anche sul futuro.

I pochi soldi che abbiamo li possiamo investire per l’infrastrutturazione del Paese, per dare lavoro buono che poi ci torna, piuttosto che in misure di puro assistenzialismo che alimentano solo un circolo pericoloso, per definizione finanziariamente insostenibile. Questo mobiliterà certamente, se lo Stato incentiverà adeguatamente tali investimenti, le grandi risorse dei piccoli, medi e grandi imprenditori, mettendo in circolo anche il denaro che sta nei ricchi conti correnti degli italiani.

Un patto tra denari statali e denari privati per fare dell’Italia il paese più sicuro e quindi ancora una volta più attrattivo del mondo. Sono certo che i paesi lungimiranti andranno certamente in questa direzione. Se poi aggiungiamo che possiamo operare per migliorare il patrimonio abitativo, non solo come risparmio energetico, ma anche come miglioramento estetico della pessima edilizia anni ’70 – ed oggi ci sono mille modi per trasformare questi brutti anatroccoli in bellissimi cigni, grazie alla buona misura del credito d’imposta – credo che possiamo mobilitare oltre 150 miliardi di investimenti pubblici e privati che avranno un funzione di breve-medio, ossia quella di ridurre il crollo del PIL, fondamentale per la sostenibilità del rapporto debito/PIL, ma soprattutto metteranno le condizioni per accelerare la reale ripresa e posizionarsi nel mondo come il paese più bello e sicuro.

Nota esplicativa post pubblicazioni linee giuda per le riaperture

Nelle linee di indirizzo della Conferenza Stato Regioni viene specificatamente espresso che i sistemi di trattamento aria dovranno prevedere di chiudere totalmente i sistemi di ricircolo, ancorché se nelle linee generali viene lasciata la facoltà di mettere in atto misure di efficacia superiore, come quelle sopra descritte.

Entrando nel merito tecnico della disposizione in assenza di tali tipologie di intervento strutturali , ovviamente invasivi e costosi, in particolare per cinema, teatri, palestre, grandi magazzini, aree comuni degli hotel, etc si verifica il seguente enorme problema. Per tenere caldo o freddo un ambiente si ricorre al ricircolo interno dell’aria, anche parziale, in quanto operando con la sola totale immissione di aria esterna nelle condizioni di grande freddo o grande caldo, ormai la regola, è quasi impossibile che i sistemi di trattamento dell’aria riescano a portare l’aria per esempio da 0° gradi a 18°-20° e lo stesso vale per raffreddare aria quando all’esterno ci sono 38° gradi e si deve portarla anche a 22-23° , senza considerare il vero problema dell’umidità.

In sostanza da anni nessun impianto moderno è configurato per gestire un così grande sbalzo termico. Si ricorre al ricircolo con i sistemi di trattamento dell’aria per ridurre il grande consumo energetico, con tutte le conseguenze sull’inquinamento. Il rischio del decreto che in assenza di sistemi migliori come quelli sopra descritti e senza una dinamica di supporto anche finanziaria da parte dello Stato moltissime strutture non saranno in grado di fare gli adeguamenti necessari per riaprire e soprattutto rimanere aperti.

Con impianti a ricircolo bloccato ci sono due alternative : o morire di coronavirus, o morire di freddo o di caldo e certamente enorme costo energico con grandi conseguenze sull’ambiente. Quindi il rischio italico è che gli investimenti non saranno fatti, per mancanza di denari e coraggio, ed i ricircoli resteranno accessi, perché gli impianti non sono adeguati ed il costo dell’energia è proibitivo, con le conseguenze sulla diffusione della pandemia.

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