“Continuiamo a rendere il sistema pensionistico ancora più complicato di quanto già fosse e non risolviamo il problema dello scalone. Con quota 102 e 104 si va ad incidere sulle stesse generazioni di quota 100. In più rendiamo ancora più complesso il sistema, con regole ad hoc, asimmetrie costanti”. Questo il parere di Tito Boeri, ex presidente dell’Inps, che ha partecipato a un convegno organizzato da Intesa Sanpaolo, oggi a Torino.      

“Nessuno capisce più nulla, tranne i consulenti del lavoro. Le famiglie non riescono a pianificare le uscite. Questo costa tantissimo alle imprese. Alimentiamo la sfiducia, soprattutto creiamo invidia, si dà la sensazione a tutti di essere trattati peggio degli altri. Sono così tante le regole che uno non si orienta più”, ha osservato Boeri.

Per l’economista “bisognerebbe fare quello che l’Inps aveva proposto nel 2015, cioè anticipare l’entrata in vigore delle regole del sistema contributivo. Non nel senso di fare il ricalcolo contributivo, ma di dare più flessibilità sull’uscita verso la pensione con la finestra 63-67 anni, applicando le stesse riduzioni attuariali che hanno una filosofia comprensibile a tutti. Se vai in pensione prima percepirai la pensione più a lungo quindi l’importo deve essere più basso. Devi applicare questa correzione anche alla quota retributiva che nel tempo si sta assottigliando nel tempo e quindi la riduzione in se diventa sempre più piccola ora intorno all’1,5%. Questo vorrebbe dire – ha concluso Boeri – fare regole uguali per tutti, comprensibili per tutti e risolveremmo il problema dello scalone”. 

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