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Stefano Folli (la Repubblica): «Visto da Roma, il risultato francese genera numerosi interrogativi»

Su Repubblica Stefano Folli commenta i risultati delle elezioni francesi: una debacle per il presidente Macron, che perde la maggioranza in Parlamento.

Un esito clamoroso che merita tutta l’attenzione dell’Europa, in particolare di un’Italia che ha poco da guadagnare da una situazione d’instabilità nel cuore del continente.

Il sistema elettorale della Quinta Repubblica, a lungo presentato come fautore di solidità perché “taglia le ali”, cioè i partiti estremisti, e incoraggia le forze responsabili, moderate o riformiste che siano, stavolta fotografa il turbamento di una società percorsa da profonde incertezze e ansiosa di essere rassicurata.

L’avanzata sia di Marine Le Pen sia di Mélenchon è un segnale che risuona in tutta Europa. Visto da Roma, il risultato francese genera numerosi interrogativi.

Il primo riguarda Putin, che si starà fregando le mani: la sua profezia sulle “élite europee” destinate a esser scalzate da un’ondata di nuovi radicalismi, sembra aver avuto una prima, inquietante replica sul campo.

Il che riguarda Parigi, ma riguarda anche noi da vicino, perché le forze di rottura sensibili al messaggio del Cremlino sono ben ramificate e vivaci: dagli amici di Conte a quelli di Salvini, differenti tra loro ma con tendenza a convergere nei momenti topici.

Di sicuro una Francia radicalizzata, con un presidente appena rieletto ma di fatto ridimensionato, se non delegittimato dal voto legislativo, pone problemi seri ai vari protagonisti e comprimari della scena italiana.

A destra Giorgia Meloni può sentirsi gratificata dallo straordinario exploit di Marine Le Pen, ma occorre ricordare che i rapporti tra FdI e il “Rassemblement national” sono tutt’altro che calorosi.

È chiaro che un’Italia radicalizzata, dopo una Francia altrettanto radicalizzata, porrebbe l’Unione europea di fronte a scenari del tutto imprevisti, per i quali non c’è una risposta predefinita.

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