Un tema ampiamente affrontato ed un problema evidenziato anche dal periodo di emergenza sanitaria, Stato e Regioni si “parlano” poco e c’è bisogno di un coordinamento. Sull’argomento, intervistato da Il Messaggero, è intervenuto l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli. “Anche l’Unione Europea ci chiede di migliorare il coordinamento fra Stato e Regioni. Un tema che dobbiamo affrontare non solo come ingegneria costituzionale o politica ma anche sul piano degli interessi materiali intanto va detto che lo Stato ha già gli strumenti per esercitare il suo ruolo di coordinamento quando serve. E una pandemia che riguarda tutta la popolazione è una di queste occasioni. Volendo poi fluidificare l’azione amministrativa ci sono due strade: una legge ad hoc che chiarisca bene chi deve fare e cosa fra Stato e Regioni oppure una modifica della Costituzione che inserisca una clausola di supremazia dello Stato quando questa è essenziale”.
“Il Presidente della Repubblica, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni delle regionali, ha sottolineato che il rapporto fra Stato e Autonomie si basa non sul conflitto ma sulla sussidarietà – ha detto – cioè ognuna deve rispettare le sue competenze operando il più a contatto possibile con le esigenze dei cittadini. Non si tratta di evocare buoni sentimenti o forme di raffinata educazione, ma sostanza. Esercitando le loro funzioni le Autonomie e lo Stato non possono avere un approccio ostruzionistico o competitivo ma la loro azione deve essere reciprocamente convergente e complementare”.
“Questo vale anche per i ministri e i presidenti di Regione che – ha continuato – come dice la Costituzione, devono adempiere ai loro doveri con onore e disciplina. La leale collaborazione altro non è che una disciplina condivisa che non limita affatto l’autonomia ma la esalta. Obiettivamente – ha concluso – il rapporto Stato-Regioni non ha funzionato fluidamente qualche volta è venuto a mancare il senso della funzione e qualcuno ha badato più all’effetto annuncio o a questioni di immagine. Si è visto del microsovranismo regionale che non ha un senso compiuto in un Paese che non è federale come l’Italia”.








