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«Sbagliato associare la riforma del fisco al Recovery fund». L’analisi di Daniele Manca (Vice direttore Corriere)

Commentando sul Corriere della Sera le varie ipotesi di riforma fiscale, Daniele Manca (vicedirettore del quotidiano milanese) pretende innanzitutto “un po’ di chiarezza, iniziando dal fatto che associarla al Recovery fund dell’Europa è un errore, non è possibile farla con quelle risorse”, e poi afferma di temere che “dietro tutto questo gran parlare di imposte si celi la tentazione di farne oggetto di campagna elettorale. A ogni partito la sua promessa, dimenticando che ogni intervento pesa sull’intero bilancio e sistema fiscale. E che proprio l’agire per singoli comparti, singole misure, ha portato a quella giungla inestricabile che rende il Fisco italiano una ragnatela ingiusta e incomprensibile.”

“Perché la riforma possa essere efficace – sostiene Manca – essa deve essere sganciata dal dibattito del giorno per giorno. Nel 1951 Ezio Vanoni, allora ministro delle Finanze, varò la più importante delle riforme fiscali del Paese, quella che introdusse la dichiarazione annuale e il modello semplificato, a partire proprio dal concetto che il sistema è una cosa unica. Probabilmente in quegli anni sono ancora fresche le riflessioni di Luigi Einaudi su principi come l’«ottima imposta»: ‘Ottima è quell’imposta data la quale, in un dato momento e luogo si ottiene il migliore soddisfacimento dei bisogni pubblici compatibilmente con la produzione del più abbondante flusso di reddito nazionale’. O come ricorda Roberto Artoni il requisito essenziale di ogni sistema tributario è che l’imposta deve essere certa nel tempo del pagamento, nel modo del pagamento e nell’ammontare dovuto, oltre, aggiungiamo noi, a indurre adeguati incentivi all’intraprendenza individuale”.

Quanto dell’attuale Fisco può ritenersi adeguato a quei principi? “Poco purtroppo – sottolinea il giornalista. La rincorsa al consenso a tutti i costi ha fatto sì che nel corso degli ultimi anni il legislatore si sia rifugiato nella facile introduzione di bonus e agevolazioni a questo o a quel gruppo sociale. Quando si parla di riforma fiscale, invece, come di qualsiasi altra riforma, andrebbero chiarite le linee guida, i principi ispiratori, da esplicitare poi in progetti concreti che combinino risorse e tempi di attuazione”.

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