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Sabino Cassese (Costituzionalista): «La democrazia non è in pericolo e il governo non è commissariato»

Il costituzionalista Sabino Cassese spiega come sia improprio affermare che il governo Draghi rappresenti un fallimento della politica e che la democrazia sia stata commissariata. Le regole costituzionali, infatti, sostiene il giurista, sono state rispettate.

«La Costituzione – osserva Cassese – non stabilisce che, per far parte del governo, occorre possedere il requisito di parlamentare; basta la cittadinanza italiana. Richiede solo che il governo, una volta nominato, ottenga il consenso del Parlamento con la “fiducia”. Richiede inoltre che la sua successiva azione normativa passi all’approvazione parlamentare e che la sua attività amministrativa si svolga sotto il controllo del Parlamento, che ha un suo “occhio”, la Corte dei conti».

«Con il governo Draghi, le forze politiche non sono uscite di scena, hanno affidato a un gruppo misto di loro appartenenti e di membri della società civile (i “tecnici”) il compito esecutivo. Il Parlamento rimane padrone della vita e della morte del governo e delle sue iniziative legislative».

«Queste sono le caratteristiche di una forma di governo parlamentare, quella adottata nel 1948, nella quale il popolo sceglie i membri del corpo rappresentativo, e questo, a sua volta, dà il suo consenso al governo. Queste stesse caratteristiche hanno avuto i due governi di questa legislatura, iniziata nel 2018. Essi erano presieduti da una persona non scelta tra i parlamentari, e quindi non eletta, e anche essi avevano circa un terzo di “tecnici”».

«Dunque, la democrazia non è in pericolo e il governo non è commissariato. Ciò che è peculiare dell’esperimento avviato ieri è la larghissima ed eterogenea maggioranza che sostiene il governo, una maggioranza che ha più precedenti nella storia repubblicana. Il successo del governo Draghi, dunque, dipenderà ora dal metodo e stile del governare, e dalla scelta delle politiche. Sarà questa la prova dei fatti».

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