Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Rocco Cangelosi (diplomatico): «La carestia del grano rischia di fare più morti della guerra»

“La guerra del grano rischia di fare più morti della guerra combattuta sul terreno: 25 milioni di tonnellate di cereali marciscono nei silos mentre in alcuni Paesi mediterranei e africani, particolarmente dipendenti dalle forniture ucraine, si paventano sommosse provocate dagli aumenti dei generi di prima necessità come il pane, che cominciano a scarseggiare sul mercato.

La difficile situazione che si prospetta ha messo in moto la diplomazia internazionale alla ricerca di una via d’uscita. Si è mosso per primo Draghi, seguito da Scholz e Macron per indurre Putin a concedere l’attracco delle navi al porto di Odessa per trasportare il grano verso i Paesi che ne hanno più bisogno.

Putin ha lasciato aperto qualche vago spiraglio, scaricando sul governo di Kiev le colpe per il blocco delle esportazioni di cereali”.

Lo sostiene Rocco Cangelosi noto diplomatico italiano.

“Un’intesa su un eventuale corridoio nel Mar Nero che consenta il trasporto appare tuttavia complicata dalle difficoltà pratiche di realizzazione, in una situazione in cui la reciproca fiducia tra le parti è pari a zero.

Putin chiede in cambio un allentamento delle sanzioni, uno stop alla fornitura di armi all’Ucraina e il pagamento in rubli delle forniture di grano” sostiene Cangelosi dalle colonne del magazine digitale Inpiù.net.
 
“Intanto le sorti della guerra nel Donbass, che sembrano volgere a favore della Russia, stanno cambiando la narrativa sulla resistenza ucraina.

Il costo politico per un aumento del supporto e delle forniture militari al governo Zelensky diventa sempre più alto per alcuni governi occidentali.

Negli Stati Uniti, dove finora il sostegno alla causa ucraina appariva compatto e bipartisan, si comincia ad avvertire una certa stanchezza e un crescente scetticismo sulle scelte di Biden.

Analoghi sentimenti serpeggiano nelle opinioni pubbliche di vari Paesi europei, preoccupati delle gravi conseguenze economiche e sociali che potrebbe determinare l’accoppiata carenza energetica e alimentare.

Si intensificano pertanto le iniziative diplomatiche volte quanto meno a congelare il conflitto e si guarda con rinnovato interesse al rilancio della mediazione turca preannunciata da Erdogan” conclude.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.