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Francesco Riccardi (Avvenire): «I dati sull’occupazione fanno giustizia di alcuni luoghi comuni. Ecco quali»

L’occupazione sembra attraversare un «trend decisamente positivo», secondo quanto commentando da Francesco Riccardi in merito ai dati Istat di giugno sul tema. Ma «soprattutto fanno giustizia di alcuni luoghi comuni, lasciando intravedere alcune indicazioni importanti per i partiti alla prova delle elezioni. La rilevazione più importante è certamente quella che riguarda il tasso di occupazione, arrivato al 60,1%, che segna addirittura un record dal 1977, da quando cioè esistono le serie storiche dell’Istituto di statistica, con un aumento di occupati, in termini assoluti, di 86mila unità in un mese, 400mila in un anno, oltre la soglia simbolo dei 23 milioni di occupati».

«Si segnala in particolare l’aumento degli occupati a tempo indeterminato. Ma i dati di ieri vanno letti in combinazione con quelli relativi alla stima del Pil del secondo trimestre, pubblicati venerdì scorso, che segnalavano una discreta crescita, pari all’1%, addirittura migliore rispetto a quella dei nostri partner-competitori europei. Anche in questo caso, senza farsi eccessive illusioni visto che veniamo da un ventennio di bassa crescita e ancora dobbiamo recuperare il benessere precedente alla crisi finanziaria del 2008, si può però dire che la prima metà di quest’anno il rimbalzo c’è stato».

«Il primo insegnamento che viene da questi dati, dunque, è che sono sempre l’attività economica, gli investimenti pubblici e privati, la fiducia nel futuro il vero motore dell’occupazione, non l’azione legislativa. La seconda “lezione” dei dati Istat – che segnalano anche un calo degli inattivi di 91mila persone nel mese di giugno – è quella di sfatare i due luoghi comuni dei “giovani che non hanno voglia di lavorare” e del “Reddito di cittadinanza che fa stare i ragazzi sul divano” anziché cercare un’occupazione».

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