Tornano a lavoro in ufficio i dipendenti pubblici e lo fanno in assoluta sicurezza. A dettare le regole è il nuovo “protocollo quadro” tra il ministero della P.a e i sindacati. Qualche dettaglio da limare, ma il concetto è chiaro: il virus ancora c’è, bisogna conviverci e quindi non abbassare la guardia e stare attenti.
Un buon 30%, resterà in smart working, per il restante 70% le cose saranno diverse da prima. Le amministrazioni dovranno garantire oltre al distanziamento di un metro anche mascherine chirurgiche o barriere separatorie. Questo per proteggersi dai colleghi. Se poi c’è di mezzo anche la cosiddetta “utenza esterna”, il pubblico, allora il kit si allarga a guanti o visiere.
Se la temperatura corporea, presa con il termoscanner, va oltre i 37,5 gradi non si entra. E non fa differenza se si è lavoratori pubblici o privati cittadini in fila per una pratica. Per gestire al meglio gli spazi ed evitare aggregazioni si mettono sul piatto turnazioni, giornaliere e settimanali. Si può arrivare anche a limitare i tempi di permanenza all’interno di spazi comuni. Si raccomanda alle amministrazioni di dare un’ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione della mani. Il pensiero va ai dispenser di gel igienizzante. Bisogna pensare bene anche alla gestione dei fornitori esterni, mettendo a punto tempistiche e percorsi definiti.








