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Realizzare il Green Deal in Europa è l’unica strada per creare un futuro sostenibile

In questi mesi di emergenza sanitaria mi è stata spesso rivolta una domanda: cosa accadrà all’ambiente dopo il Covid-19? Sicuramente la pandemia ha posto tutti noi, che lavoriamo da anni in questo settore, davanti ad una molteplicità di sfide. Innanzitutto quella di dare risposte concrete e scientificamente fondate alle criticità che il Paese si è trovato ad affrontare in questi mesi.

Sin dai primi giorni dell’emergenza, tutto il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – costituito da Ispra e dalla Agenzie ARPA/APPA – si è reso disponibile a fornire supporto laddove si presentavano esigenze specifiche. Come Snpa abbiamo risposto ad una molteplicità di questioni: dalla sanificazione delle strade alla gestione dei rifiuti sanitari, dal supporto alla produzione di disinfettante nei laboratori delle Agenzie ai controlli sulla conformità delle strutture sanitarie per l’emergenza. Ci siamo, inoltre, trovati di fronte alla necessità di studiare le possibili connessioni tra propagazione del virus e inquinamento, come anche di confrontare le condizioni ambientali durante il lockdown  – a “pressioni zero” – con quelle ordinarie. In ultimo, abbiamo condiviso con la PA la necessità di far lavorare in sicurezza le 10 mila unità del Sistema SNPA, facendo ampio uso dello smart working. In tre mesi ci siamo trovati a mettere a punto un sistema operativo per i nostri tecnici e ricercatori che solitamente necessita di anni per essere sperimentato. Ora si sta ragionando di nuove forme di lavoro agile nella PA, che consentirebbero, oltre ai benefici ambientali, anche la possibilità di conciliare in maniera più sostenibile vita familiare e professionale.

La sfida della Fase 2, che stiamo affrontando ora, per noi significa aiutare il Paese a trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di far ripartire l’economia e mantenere il rispetto dell’ambiente.

Uno dei temi ricorrenti in questo periodo è stato il presunto legame tra inquinamento atmosferico (particolato e biossido di azoto) e diffusione del COVID-19. Una questione molto complessa che non può essere trattata da un unico soggetto, ma che ha bisogno di un’alleanza scientifica in grado di restituire, sulla base di dati scientifici, le giuste indicazioni a istituzioni e cittadini. Per questo, come Snpa abbiamo lanciato il progetto Pulvirus insieme ad Enea e Istituto Superiore di Sanità. Un’iniziativa di respiro nazionale che si avvarrà degli strumenti forniti dal programma Copernicus e dei risultati di Life-Prepair sul bacino padano. Il fatto che la pandemia si sia scatenata dove la situazione ambientale era più compromessa, ha fatto avanzare l’ipotesi di una stretta relazione tra la diffusione del virus e la presenza di inquinanti nell’aria, soprattutto del particolato. È importante ribadire che al momento non c’è nessuna evidenza scientifica su questo tema che dimostri come il particolato sia vettore del virus, ma riconosciamo la necessità di approfondire questo tema così dibattuto.

Parlando dei vari ambiti in cui abbiamo fornito al Paese le nostre competenze scientifiche e operative come Snpa, c’è stata posta la questione sin dalle prime settimane di lockdown della sanificazione delle strade. Oltre alle indicazioni fornite dall’ISS, abbiamo stilato ulteriori linee guida sull’utilizzo di prodotti non pericolosi, mettendo in guardia sull’uso di ipoclorito di sodio e sui possibili danni derivanti dall’uso di questa sostanza.

Altro settore in cui abbiamo dato supporto al Paese è stato quello dei rifiuti. La situazione contingente legata all’emergenza sanitaria ha messo a dura prova il sistema di gestione dei rifiuti, che ha mostrato pregi e criticità. Ispra e tutto SNPA hanno seguito quotidianamanete l’evolversi della situazione fornendo un contributo fondamentale affinchè l’emergenza non avesse conseguenze anche sull’ambiente. Abbiamo fornito una serie di indicazioni sul corretto smaltimento dei cosiddetti rifiuti DPI,  i dispositivi di protezione individuale, che sono stati oggetto di audizioni dei vertici di Ispra presso la  Commissione Ecomafie della Camera dei Deputati.

Non ultime, le acque. In collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e le Forze di polizia abbiamo avviato un programma di monitoraggio dei mari, per capire cosa è accaduto agli ecosistemi durante il lockdown e valutarne gli effetti

Mi permetto di sottolineare come lo sforzo del Sistema in tutti gli ambiti in cui ci siamo trovati ad operare, sia stato unitario e come tutti i documenti frutto del lavoro del Sistema siano stati approvati all’unanimità.

Più in generale, vorrei dire che l’aspetto decisivo per la ripresa, che mi auguro avvenga il prima possibile, sarà quello di mantenere i buoni livelli ambientali raggiunti in questi mesi, con un modello di sviluppo economico che inevitabilmente sarà diverso dal passato. Da parte nostra continueremo a lavorare in sinergia con tutte le realtà del Sistema Snpa. Come singole realtà, Arpa/Appa e Ispra, esistiamo già da quasi trenta anni. Ma come Snpa siamo entrati nel terzo anno di operatività: siamo costantemente impegnati nel rendere omogeneo il nostro lavoro sul territorio in tutte le regioni, in modo da garantire al Paese gli stessi livelli di tutela ambientale da Nord a Sud. La sfida è lavorare in sinergia, perché solo in questo modo potremmo offrire il massimo delle nostre competenze a servizio del Paese e dell’Europa.

Consentitemi in ultimo una breve riflessione sul futuro. Sicuramente da questa pandemia abbiamo tratto alcuni insegnamenti fondamentali: il valore della ricerca (pubblica, aggiungerei), della cooperazione attiva fra istituzioni e ovviamente il valore della tutela della natura e dell’ambiente in cui viviamo. Come ha ribadito anche Papa Francesco, non possiamo più permetterci di seguire un vecchio modello di sviluppo, perché abbiamo visto dove ci ha condotto. Se un’opportunità può nascere da questa tragica esperienza è nella realizzazione del green deal in Europa: un nuovo corso più attento all’ambiente, non solo a parole ma nei fatti in cui ‘sostenibilità’ diventerà una delle parole chiave del futuro.

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