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Pier Paolo Baretta (Sottosegretario all’Economia): «Recovery Fund, il rischio di non riuscire a spendere i 209 miliardi esiste, su questo ci giochiamo la credibilità»

Il rischio di non riuscire a spendere i 209 miliardi del Recovery Fund, che vanno impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2026, «esiste», «e su questo ci giochiamo la credibilità». Lo afferma Pier Paolo Baretta, Sottosegretario dem all’Economia, in un’intervista a La Stampa.

«Accanto alle risorse del Recovery», aggiunge, «ci sono quelle ordinarie: circa 40 miliardi di euro, previsti nel piano 2021-2027, che con la compartecipazione possono diventare quasi 80 miliardi. Troppo spesso, in passato, non siamo riusciti a spenderli». Si tratta, quindi, di una doppia sfida, «ma nel Paese si è costruita un’attesa e una coscienza forte intorno alle risorse europee. E questo mi fa credere che riusciremo nell’impresa».

È iniziato ieri il giro di incontri sul Recovery Plan, con il Ministro dell’Economia e quello degli Affari europei e i partiti di maggioranza. Di tempo ce n’è poco, come fa notare anche Confindustria, ma Baretta mostra ottimismo. «Arriveremo abbastanza rapidamente ad una conclusione», afferma, e riguardo le discussioni su come gestire le risorse in arrivo da Bruxelles che da settimane animano la maggioranza, è sicuro che «si risolveranno entrando nel merito, se non sono polemiche pretestuose».

«Per evitare passaggi a vuoto, ora è fondamentale entrare nel merito. Rendere esplicita la discussione sui contenuti del piano per il Recovery potrebbe attenuare e risolvere certe tensioni. Penso che la strada migliore sia definire al più presto il quadro degli interventi e poi avviare rapidamente un confronto nelle sedi istituzionali oltre che con i partiti», prosegue.

Secondo Baretta, è giusto coinvolgere la task force di tecnici, ma le decisioni devono rimanere della politica. Infine, il Sottosegretario afferma di non credere alle minacce di crisi che piovono ogni giorno da Italia Viva su Palazzo Chigi. «Il Paese non lo capirebbe e l’unica alternativa sarebbe il voto. Le due sfide del 2021 sono l’uscita dal Covid con le conseguenze economiche che porterà e il Recovery Plan: creare un vuoto politico sarebbe un tragico errore», conclude.

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