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Per far ripartire la scuola servono professori bravi e appassionati

Il fatto che una classe possa iniziare l’anno con i propri docenti è il minimo che si possa chiedere ad un Paese civile, ma è talmente difficile che questo accada in Italia da essere giustamente indicato dal Presidente Mario Draghi come il primo obiettivo da raggiungere. È veramente assurdo pensare di dover festeggiare come evento straordinario quello che dovrebbe essere una normalità! In realtà molti governi hanno provato a farlo, ma sono sempre falliti, scontrandosi con norme, vincoli, cavilli, privilegi e incongruenze che mettono sempre all’ultimo posto il diritto legittimo che ogni alunno abbia i propri docenti in classe fin dall’inizio dell’anno scolastico. 

Se questo fosse il primo cambiamento del nuovo governo, avremmo già fatto un passo in avanti per rispondere alla richiesta di migliaia di famiglie, ma c’è un altro tema che andrebbe da subito preso in considerazione. È un tema ’politicamente scorretto’ che nessuno ha il coraggio di affrontare in modo adeguato. In che modo garantire che nelle classi ci siano docenti preparati, motivati e competenti? Gli studenti delle superiori in queste settimane sono ritornati a scuola in presenza. Che proposta hanno trovato? Che motivazione hanno visto nei loro docenti? La pandemia è stata una grande lente di ingrandimento che ha mostrato cosa funziona e cosa no. Che cosa è essenziale e cosa no. È come se avessimo fatto, contemporaneamente in tutto il mondo, la stessa esperienza.

Abbiamo capito che la tecnologia è fondamentale per aiutarci a supportare l’umano, ma non potrà mai sostituirlo. Fino a pochi mesi fa avremmo potuto pensare alla scuola del futuro come ad un luogo virtuale dove gli studenti seguono da soli, a distanza, lezioni fatte da robot, ma dopo l’esperienza di questi mesi possiamo dire con certezza che abbiamo bisogno di persone presenti, capaci di comunicare il vero, il bello e il bene di cui abbiamo bisogno per vivere, attraverso quello che insegnano.

La pandemia ha sbattuto in faccia all’uomo, di ogni età e di ogni latitudine, il mistero della vita e della morte. In tutti è cresciuta la paura che nasce dall’incertezza di un futuro che non riusciamo a dominare. Come aiutare i nostri studenti a stare davanti a queste domande? Solo dando forza all’umano, solo annaffiando le radici. Più è tempestoso il vento, più devono essere profonde le radici. Per questo è importante studiare ed è fondamentale chi troveranno il primo giorno di scuola, in classe, i nostri figli. Non possiamo accontentarci di dire che in Italia ci sono insegnanti meravigliosi. È vero. Ma non può essere considerata una fortuna incontrarli e dovremmo trovare una strada perché sia la normalità avere docenti preparati, motivati e appassionati.

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