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Nella Motor-Valley dell’Emilia Romagna è nata un’alleanza tra accademie e imprese per puntare all’eccellenza tecnologica italiana

MUNER – Motorvehicle University of Emilia-Romagna – si legge su https://motorvehicleuniversity.com/  – è un Campus esteso su tutta la Motor Valley-Emilia Romagna: terra di leggende e di tecnologie di punta, dove si è scritta la storia delle due e quattro ruote.

Con la creazione di MUNER, dieci aziende tra le più famose al mondo nel settore delle auto e moto sportive (Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, HaasF1Team, HPE COXA, Marelli, Maserati, Pagani, Scuderia AlphaTauri)  e le quattro Università della regione, Bologna, Ferrara, Modena&Reggio Emilia e Parma, hanno stretto un’alleanza strategica per attrarre e formare studenti che vogliano diventare i professionisti del futuro nel settore automotive.

Tale sfida nasce dalla necessità di rispondere al repentino, progressivo e ormai inarrestabile cambiamento delle tecnologie di riferimento per lo sviluppo dei prodotti industriali e dei processi produttivi, che si fonde, indissolubilmente, con i cambiamenti sociali e culturali che il mondo globalizzato vive oggi e che si riflette sui bisogni dei cittadini. Cambiamenti che richiedono alle imprese nuove professionalità, formate in modo innovativo, capaci di quell’approccio STEM che conferisce apertura mentale e flessibilità operativa, ma integrato con competenze tecniche specialistiche e professionalizzanti.

Oggi MUNER propone a studenti internazionali in possesso di una laurea di primo livello in Ingegneria e un’ottima conoscenza dell’inglese (almeno livello B2) ben sette differenti percorsi di Laurea Magistrale così identificati: Automotive Electronics, Racing Car Design, High Performance Car Design, Sportscar Manufacturing, PowerTrain, Motorcycle, Electric Vehicle.

Per ciascuno di questi profili MUNER coniuga le capacità formative di tutti gli atenei della regione con l’esperienza e la visione industriale delle aziende più rappresentative della Motor Valley italiana che come “parti sociali” ne certificano la richiesta, e di conseguenza in prima persona concorrono alla progettazione dei percorsi, e collaborano fattivamente organizzando stage e tirocini per tutti gli studenti e mettendo a disposizione le competenze tecniche dei propri ingegneri, docenti in vari insegnamenti curriculari, ed i propri laboratori più avanzati, come la strepitosa galleria del vento Dallara, gli avanzati simulatori di guida di Maserati, Ferrari e Dallara, i laboratori sperimentali di Ducati e la linea produttiva Lamborghini.

I “magnifici sette” percorsi sono tutti nati attraverso un medesimo processo: le aziende manifestano i bisogni, le università identificano le competenze accademiche, aziende e università insieme “confezionano” i prodotti, cioè le lauree magistrali. In tal modo tutti gli argomenti di frontiera di questo settore, dalla “mobilità intelligente” alla trazione elettrica, dai nuovi materiali alla guida assistita e all’intelligenza artificiale (vedi intervento del collega Enrico Al Mureden del 27 maggio scorso) sono entrati nel mirino di MUNER e fanno oggi parte integrante del patrimonio di conoscenze a cui i giovani talenti che vengono a studiare nella Motor Valley emiliana da tutta Italia (oltre il 40% di studenti viene da altre regioni) e dal mondo (circa il 25% degli studenti proviene da paesi europei ed extraeuropei) possono accedere.

Le lauree magistrali di MUNER rappresentano un moderno tentativo di coniugare la verticalità di discipline ingegneristiche complesse (meccanica, elettronica, ecc.) con una visione “orizzontale” o “sistemistica” dei problemi e delle sfide da affrontare, seguendo un approccio di grande attualità in tutti i settori della moderna industria 4.0 e in particolare in quella dell’automotive. Oggi un moderno veicolo a quattro o due ruote, specialmente se di tipo “sport” o “racing”, è un vero e proprio cocktail di tecnologie, in cui meccanica, materiali, elettronica, intelligenza artificiale, sensoristica, ecc. sono parte integrante e indispensabile del “mix” finale.

Un progettista, per esempio di un moderno veicolo a trazione elettrica, non deve conoscere solo i fondamenti della trazione elettrica, ma deve saper valutare tutti i contributi che possono provenire da una vasta gamma di tecnologie a volte molto diverse tra loro.

Quando, molti anni fa, chiesi la tesi di laurea a un docente che sarebbe divenuto il mio maestro, mi propose di occuparmi di elettronica per automobili, argomento allora emergente in quanto il valore di quest’ultima aveva toccato ben il 2% di quello dell’intero veicolo. Oggi, nei veicoli di interesse di MUNER, il valore delle tecnologie ICT (elettronica, informatica, telecomunicazioni) è pari a quasi la metà del totale! Un altro aspetto da non sottovalutare è la funzione dall’auto sportiva di alta gamma come testimonial del sistema Italia: un mix di tecnologie all’avanguardia confezionate con l’eleganza, la classe e lo stile che ha reso il nostro paese universalmente noto.

Nel caso dei percorsi di MUNER, la durata biennale tipica della Laurea Magistrale viene idealmente divisa in due momenti. Un primo anno nel quale si raffinano conoscenze di base, si apprendono strumenti metodologici avanzati e si prendono i primi contatti con le aziende del consorzio per mezzo di visite guidate a laboratori e stabilimenti. Un secondo anno decisamente più orientato a problemi specifici del settore, con una forte componente laboratoriale e che culmina in un corposo tirocinio in azienda per lo svolgimento del lavoro di tesi a stretto contatto con le realtà progettuali o produttive del mondo reale.

La struttura si basa su una forte cooperazione tra gli Atenei, capaci di superare alcune tipiche conflittualità nazionali, e tra Atenei e Industrie, finalmente insieme nella definizione dei bisogni e nella scelta degli strumenti formativi, attraverso un coordinamento costante e puntuale lungo tutta l’esperienza educativa. Una struttura e un dispiego di risorse umane e laboratoriali di eccellenza che richiede una programmazione dell’accesso che favorisca studenti motivati e dalla solida preparazione di base. Studenti che possano trarre il massimo da quanto erogato e siano poi pronti in tempi brevi a restituire al territorio in termini di passione e competenze.

Obiettivi formativi di altissimo livello e contaminazione del sistema formativo con quello produttivo risultano poi in una notevole attrattività verso l’esterno, non solo in ambito regionale e nazionale ma anche in ambito internazionale, favorendo quindi quella funzione di captazione di talenti e valorizzazione delle potenzialità del capitale umano che sono fondamentali nel compito formativo di alto livello, soprattutto in un periodo di necessaria ripresa.

Lo stesso modello consortile, che vede aziende locali ma di grande respiro globale allo stesso tavolo con atenei di primo livello nel panorama internazionale, si propone come un esempio virtuoso di collaborazione tra diversi attori della società comunque interessati alla massima valorizzazione delle potenzialità dei giovani, non solo per una solida ripartenza ma anche per una sana progettualità del futuro industriale e sociale della regione.

Proprio in un momento in cui le competenze giuste al posto giusto possono accelerare il processo di ricostruzione economica dopo i danni traversali della pandemia, sarebbe sicuramente auspicabile, pur con le difficoltà e specificità proprie di ogni realtà, che un’esperienza di questo tipo potesse riprodursi in ambiti geografici e settori industriali differenti nei quali una struttura formativa snella e focalizzata, frutto della comunanza di competenze ed interessi di stakeholders solidi e atenei dinamici, inneschi meccanismi di ibridazione dell’aspetto formativo e professionale delle nuove generazioni.

MUNER racconta, in definitiva, un’affascinante storia di eccellenza tecnologica italiana, una delle poche rimaste, ma la trasforma in un modello di cooperazione tra pubblico e privato, tra accademia e impresa, un modello scalabile e replicabile in cui si ambisce a preparare i migliori attraverso le migliori competenze ed i migliori strumenti, di cui il nostro Paese è ricco, nonostante tutto, e che possono rappresentare la solida base di una ripartenza nazionale.

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