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Nel 2022 il settore delle rinnovabili è stato dinamico, investiti 41 miliardi | L’analisi

Secondo i dati dell’Irex Annual Report 2023, il settore delle energie rinnovabili, seppure in un contesto macroeconomico ed energetico molto complesso, è risultato dinamico nel 2022. In particolare, si registra un’impennata della potenza che è arrivata al record di 38,9 gigawatt, rispetto ai 15 Gw del 2021, con 958 operazioni e investimenti per circa 41 miliardi di euro. Lo studio di Althesys dal 2008 monitora il settore delle rinnovabili, analizza le strategie e delinea le tendenze future e che non manca di evidenziare, tuttavia, le perduranti difficoltà autorizzative degli impianti, nonostante i decreti di semplificazione.

75% progetti 2022 in attesa autorizzazione

La maggior parte delle iniziative riguarda nuovi progetti, molti dei quali però fermi per questioni autorizzative: a fronte di 894 nuovi impianti/progetti censiti nel 2022, ben 673 (75%) sono ancora in corso di autorizzazione. La situazione è ancora peggiore se si considerano le dimensioni delle iniziative, con solo il 12% approvato (in peggioramento rispetto al 18% del 2021). Nel fotovoltaico, a fronte di 142 impianti autorizzati, quasi il quadruplo è in attesa, ben 527 progetti. Le installazioni fotovoltaiche utility scale in via di autorizzazione in Italia valgono oltre 20,5 GW. Nell’eolico onshore gli impianti autorizzati sono 28 contro 137 ancora in stand-by burocratico. A livello di Mw, su circa 9,5 Gw mappati, 7,7 (81%) risultano in attesa di autorizzazione. In sostanza, la forte crescita delle domande ha controbilanciato le norme e gli sforzi di accelerare il permitting.

Eolico onshore, in 2022 valore medio lcoe in Ue a +40%

Nel 2022 il valore medio del Lcoe (costo medio per unità di elettricità generata ndr) per l’eolico onshore in Europa si attesta a 67,8 euro per megawattora, in salita del 40% rispetto al 2021, soprattutto a causa dell’incremento del costo del denaro e della tecnologia, cresciuti in media del 28% rispetto al 2021. Tutti i Paesi segnano netti rialzi, con in testa la Svezia (+50%) e in coda l’Italia (+30%). in termini assoluti spicca l’Italia con 82 euro per megawattora, mentre il costo più basso è in Svezia (59,1 euro/MWh). Il Lcoe medio dell’eolico offshore (taglia 400 MW) è di 78,6 euro/MWh e in crescita del 23% rispetto al 2021. La causa di gran parte dell’aumento è il costo del capitale, il cui peso è raddoppiato nel 2022. Nel fotovoltaico la voce più rilevante del Lcoe è la tecnologia (42%), seguita dal costo del capitale (38%) e dall’O&M (20%).

Per obiettivi 2030 serve roadmap stringente

I progressi da compiere per la decarbonizzazione entro il 2030 sono significativi e richiederanno una roadmap stringente che preveda obiettivi su efficienza, rinnovabili e flessibilità. Il sistema elettrico italiano sarà adeguato al 2030, ma oltre allo sviluppo di rinnovabili, reti e accumuli, serve anche il capacity market, la stabilità delle importazioni e un miglioramento della disponibilità degli impianti termoelettrici. Rinnovabili e accumuli sono oggi ancora a metà del guado, mentre il phase-out del carbone al 2025 (rallentato a causa della crisi del gas) sarebbe economicamente, oltre che ambientalmente vantaggioso. La proposta Ue di riforma del mercato elettrico punta a sviluppare i mercati a termine, i Ppa e i Contract for Difference per spingere la transizione energetica. In Italia il Tide introdurrà diverse novità, con nuove modalità di aggregazione delle unità di produzione e di consumo e nuove forme di condivisione dell’energia, che rimodelleranno il profilo del settore elettrico

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