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Michele Brambilla (Quotidiano Nazionale): «E’ una guerra fra due mondi. Uno che crede in cose sbagliate, un altro che non crede più a niente»

Sul Quotidiano Nazionale Michele Brambilla invita a leggere l’intervista ad Aleksandr Dugin, il professore russo considerato l’ideologo di Vladimir Putin, pubblicata nelle pagine interne del suo giornale, perché a suo avviso fa capire tanto, forse tutto delle ragioni profonde che hanno spinto la Russia a scatenare la guerra in Europa.

Ci fa cogliere aspetti che finora non avevamo colto, o che al massimo avevamo sfiorato. Siamo infatti abituati a pensare che tutto ciò che succede al mondo, dice Brambilla, abbia solo motivazioni economiche o politiche. Perché dando ormai valore esclusivamente alle cose materiali, pensiamo che tutti, in ogni parte della Terra, ragionino come noi.

Leggete che cosa dice Dugin. Non parla della Nato, né della denazificazione, né della popolazione russa del Donbass. E quando parla dei territori da conquistare, ne parla come di un dettaglio in vista di una battaglia ben più grande.

«È una questione di essere o non essere», dice Dugin. Essere la Russia e non essere l’Occidente moderno, «una civiltà completamente decadente». Essere «una civiltà separata speciale» e non essere «la cultura europea contemporanea che è una cultura del cancellamento, Lgbt, trasumanesimo e postmodernismo».

Essere una civiltà «ortodossa ed eurasiatica» e non essere «l’Unione Europea liberalista e degenerata». Che le unioni omosessuali siano più gravi dei bombardamenti, che Papa Francesco sia «insignificante e non influente» e che la nostra sia la civiltà dell’Anticristo lo credono in molti in Russia.

E lo pensano in molti anche qui da noi. Lo pensano non pochi cattolici (ben oltre la consueta platea dei tradizionalisti) e lo pensano comunque tanti italiani. È una guerra, questa, fra due mondi. Uno che crede in cose sbagliate, un altro che non crede più a niente.

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