“Non sono d’accordo, mi pare l’ennesima scusa per rimandare la vaccinazione. E’ meglio di nulla, ma gli insegnanti devono vaccinarsi senza se e senza ma”. In una intervista a ‘La Stampa’, Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco, manifesta tutta la sua preoccupazione.
L’accordo tra il ministero dell’Istruzione e sindacati sul tampone gratuito agli insegnanti non lo convince per niente. Come convincere il 15% degli insegnanti che non risultano vaccinati? “Fatti salvi i guariti – ragiona Galli -, i problemi di salute per cui sono giustificabili sono pochi: reazioni alla prima dose, immunodepressione tale da rendere inutile la vaccinazione, ma per esempio cardiopatici, tumorati o persone con altre fragilità hanno un vantaggio maggiore a vaccinarsi che a restare scoperti. Questo vale di più per gli insegnanti, che sono ad alto rischio perché a contatto con i giovani”.
Per Galli sono troppi i cinque avvisi prima della sospensione dello stipendio: “E’ un modo per obbligare senza dirlo, ma per garantire la scuola in presenza bisogna che i docenti si vaccinino tutti. Chi fa quel lavoro deve rassegnarsi. E’ un po’ come per gli operatori sanitari”. Quanto agli studenti, per Galli “vanno vaccinati il più possibile anche se non si farà in tempo a coprirli tutti”. Nel frattempo sarebbe meglio adottare altri accorgimenti, come ad esempio, in tema di trasporti: “La variante Delta al chiuso infetta anche a due metri e tutti devono tenere la mascherina. La capienza all’80% per me è alta – spiega Galli -, ma sarà difficile fare diversamente. Un buon test salivare facile da usare ogni settimana o due sarebbe utile”.
Nessuna previsione sull’autunno che verrà: “Difficile dirlo – ammette Galli -, perché i numeri attuali non tengono conto del sommerso. Ora si contagiano soprattutto i giovani e i non vaccinati. E’ un momento dell’anno in cui si viaggia e solo una minoranza degli infettati viene accertata. A settembre si faranno i conti e temo che alcuni ospedali dovranno lavorare parecchio, anche se non ci sarà una grande ondata grazie ai vaccini per cui non sarà necessario riaprire i reparti straordinari”.
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