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Mario Tozzi, geologo: “Il problema è costruire male in regioni pericolose senza tenerne conto”

“Ci ostiniamo a vivere in regioni pericolose lungo tutto il bacino del Mediterraneo senza quasi tenerne conto”. Così il geologo Mario Tozzi commenta sulla Stampa il devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria.

“Vale la pena di ricordare – scrive Tozzi – che non è il terremoto che uccide, ma la casa costruita male e, da questo punto di vista la Turchia (e anche la Siria) assomiglia moltissimo all’Italia, con l’aggravante che da noi la magnitudo 7,5 è stata forse raggiunta una sola volta, nel 1693 in Valdinoto, e che anche il sisma di Reggio Calabria e Messina ha appena superato magnitudo 7.

Si tratta di eventi centinaia di volte meno energetici. In Giappone, in Cile, in Nuova Zelanda e in California si supera magnitudo 8 e case e infrastrutture reggono complessivamente molto meglio, anche perché i devastanti terremoti di San Francisco (1906), Tokyo (1923) e Valdivia (1960) furono occasione per rifondare un Paese e costruire una cultura del rischio sismico.

Da noi e in Turchia si può dire che ciò non è stato ancora fatto e si affida la ricorrenza delle scosse al destino o al fato.

Quando vediamo palazzi di cemento armato schiacciati in quel modo e magari accanto palazzi simili perfettamente integri, vuol dire che si è costruito male.

Già nel 1999 a Izmit emerse un quadro preoccupante: il boom dell’edilizia turca era avvenuto in maniera incontrollata e non pianificata, con poco rispetto per il rischio sismico e con una speculazione che aveva trasformato, sostanzialmente, alcuni grossisti alimentari in costruttori privi di scrupoli.

Insomma, anche nel caso di un terremoto così forte, gli eventi naturali diventano catastrofi solo per nostre responsabilità.

L’Aquila (300 vittime M=6,3 Richter) e Amatrice (240 vittime M=6,0) lo confermano, e Norcia (il secondo terremoto del 2016, di magnitudo 6,5) lo ribadisce: la città, correttamente restaurata dopo i sismi precedenti, subisce danni, ma non provoca nemmeno un morto”.

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