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Mario Monti: «Rinunciare al Mes sarebbe poco responsabile»

“Quello che mi preoccupa è che si è entrati in un mondo del debito e del disavanzo che ha conseguenze molto pesanti dal punto di vista economico ma anche culturale: si rischia di pensare che debito e disavanzo siano condizioni naturali e permanenti, si trasformino quasi in una virtù, mentre come è ovvio non è così”. Lo afferma, in una intervista a Repubblica, l’ex premier Mario Monti commentando la sua nomina alla guida della commissione di esperti paneuropea dell’Organizzazione mondiale della Sanità che dovrà indicare le linee sulla salute e lo sviluppo sostenibile su cui gli Stati dovranno investire alla luce della pandemia.

Riferendosi alla situazione italiana quindi precisa: “Per quel che riguarda il Recovery Fund – ovviamente mi esprimo ora a titolo personale, non certo come presidente della nuova commissione Oms – c’è il rischio che non si sappia come spendere masse ingenti di denaro in tempi relativamente brevi e in modo che aumenti la capacità produttiva e di conseguenza il gettito fiscale con il quale pagare gli interessi e rimborsare il debito. Peggio ancora, si rischia che gli italiani sviluppino una certa assuefazione all’assistenza ora sono sospesi tutti i vincoli europei, ma questa sospensione non significa – come pensano alcuni settori dell’opinione pubblica in Italia o in Francia – un riconoscimento di ‘colpe’ precedenti da parte dell’Ue. Temo che quando le regole europee verranno ripristinate, dopo essere state riformate alla luce dell’esperienza, si rischi anche la stabilità psicologica di chi oggi le considera abolite per sempre”.

E il Mes? “Nella condizione che caratterizza l’Italia sui mercati considero poco responsabile rinunciare al Mes per motivi mai spiegati e che stanno tra l’ideologia, la mistica e la falsa ricostruzione storica. Inoltre, mi pare difficile che visi possa rinunciare anche per quello che dicevo prima a proposito dei dividendi elettorali. Il ministro della Salute Speranza ha già indicato spese necessarie nel suo settore per oltre 20 miliardi. Dubito che il sistema politico italiano, ormai specializzato in spesa pubblica corrente e in particolare in concessione di bonus che hanno un immediato ritorno in termini elettorali, abbia la forza di fare investimenti di questo tipo. A quel punto il Mes potrebbe tornare utile perché l’unica sua condizionalità, che i fondi vadano direttamente o indirettamente a progetti legati alla salute, potrebbe supplire alla volontà politica un po’ cedevole”.

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