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Marco Tarquinio (Avvenire): «Chi sono i soci del partito della guerra di Putin»

Dicono – osserva Marco Tarquinio su Avvenire – che per far finire la guerra bisogna fare più guerra. E a noi che diciamo che non è vero, che guerra più guerra in Ucraina e ovunque significa solo un più grande massacro di vite umane e di verità, ribattono: e allora come lo fermate, voi, Putin?

Lo fermate con le preghiere e le marce per la pace? Con le carovane di pacifisti, le missioni della Caritas che portano cibo e medicine in Ucraina e riportano in salvo i disabili e ancora altri profughi? Lo fermate con la diplomazia degli smidollati disposti a parlare con il «criminale del Cremlino»?

Lo fermate con le buone intenzioni e con le buone azioni che le nonne, le madri e le maestre insegnano ai bambini: “Ricordati, quando due si picchiano, ha ragione solo il primo che smette”? Già, la guerra è cosa da grandi, da uomini veri. Già, la guerra è cosa da grandi. E la pace è roba da piccoli, da bambini. Per questo non ne facciamo più di bambini, noi come i russi. E facciamo le guerre, i russi come noi. Magari per procura. Le guerre attraverso gli altri. Costi quel che costi.

Una volta si diceva “Dio lo vuole”, oggi qualcuno si azzarda ancora a dirlo, ma ormai basta dire “il popolo lo vuole”, anzi quel popolo lo vuole. Assolutamente lo vuole. E anche questo è populismo, e della peggior specie. Guerra più guerra, allora, non per “resistere” non per “liberare”, ma per “vincere”. No, mille volte no.

Ma noi, che vogliamo pace e chiediamo tregua immediata, come lo fermiamo Putin? Ma voi, voi altri, voi che avete l’unica risposta – la guerra – e tutte le armi, tutte le strategie e tutti i calcoli giusti, lo avete forse fermato il signor Putin? O vi state facendo suoi soci nella nuova guerra dei mondi?

Diteci come lo fermate voi che vorreste proibirci anche solo di dire che una Terra più piena di armi non è un posto sicuro, ma è un mondo che non sa vivere la pace e dunque si prepara a far perdere all’umanità la prossima guerra.

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