Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[Lo scenario] Questa crisi assomiglia a quella del 2009. Cosa può succedere

Per i mercati dei capitali, il 2022 si è rivelato il peggiore dalla crisi finanziaria del 2008; solo il dollaro Usa e il petrolio sono riusciti a generare rendimenti significativi.

Non solo le azioni hanno messo a segno perdite a doppia cifra da inizio anno, ma anche gli investimenti pensati per stabilizzare, come i titoli di Stato, non hanno più offerto un rifugio sicuro.

Il mercato dei titoli di stato resterà contrassegnato da un ulteriore aumento dei tassi d’interesse e da un appiattimento della curva del rendimento.

Nemmeno la volatilità dovrebbe diminuire. Inoltre, esiste un rischio di frammentazione, ovvero che gli spread dei singoli stati si allarghino, soprattutto nella zona euro.

Nello scenario principale, a cui assegniamo una probabilità del 60%, presumiamo una moderata recessione in Europa, accompagnata da un rallentamento globale della crescita.

Ciò potrebbe inoltre portare a un calo nell’inflazione il prossimo anno, anche se non ancora al livello del 2% a cui punta la Bce.

Per il segmento azionario occorre concentrarsi sui titoli di qualità, ovvero società con rendimenti elevati sul capitale, vantaggi competitivi chiaramente definiti, basso livello d’indebitamento e valutazione ragionevole.

Occorre invece evitare società con livelli di indebitamento elevati e fortemente energivore, come i titoli del settore chimico o industriale.

Tra le regioni, il Giappone e i mercati emergenti hanno maggiore valore potenziale rispetto alle azioni Usa, che godono tuttora di rating ambiziosi.

Alcune tematiche d’investimento offrono guadagni e la possibilità di diversificare, soprattutto in un periodo caratterizzato da sconvolgimenti, come la trasformazione ecologica, che prende sempre più slancio grazie all’esigenza di indipendenza energetica in Europa.

La guerra ha inoltre spostato l’attenzione sulla sicurezza alimentare. Per nutrire la sempre crescente popolazione mondiale, la produzione di cibo dovrà crescere del 60% entro il 2050, senza danneggiare l’ambiente.

Questo apre opportunità d’investimento in un settore alquanto difensivo. Infine, le società che offrono sicurezza per le infrastrutture informatiche o i sistemi di pagamento online presentano un forte potenziale di crescita.

E non da ultimo, queste tematiche si sono dimostrate più resilienti, avendo perso la metà rispetto ad altri indici da inizio anno.

In questo contesto recessivo, la maggior parte delle materie prime dovrebbe continuare a perdere valore. Oltre all’oro o alle valute (Chf e Usd), è possibile diversificare anche investendo in asset privati, in particolare in private equity.

Il capitale è vincolato per un periodo di tempo più lungo, durante il quale potrebbe perdere valore, ma una volta finita la crisi, vi sono allettanti opportunità di rendimento.

Per arrivare al punto di prendere rischi elevati l’inflazione deve raggiungere il picco, le banche centrali devono avvicinarsi alla fine del ciclo di aumento dei tassi, la curva del rendimento si deve stabilizzare e importanti indicatori di mercato devono scendere ai minimi.

A seconda della portata delle correzioni di mercato, inizieremo gradualmente a costruire posizioni in asset rischiosi come azioni e obbligazioni high yield. Alla fine, il 2023 potrebbe somigliare al 2009.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.