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[Lo scenario] Il futuro del 10 per cento delle imprese italiane è a rischio a causa della crisi energetica

Secondo quanto evidenziato dall’analisi di SevenData sui fenomeni di rischio, oltre 470.000 imprese italiane (il 9,5% di quelle iscritte al Registro delle Camere di Commercio) sono ad alto rischio sofferenza a causa dello shock energetico che si sta via via ingigantendo a fronte della guerra in Ucraina, mentre si stima che circa 70.000 (l’1,4%) siano a medio rischio.

Ciò emerge dall’indagine, a livello settoriale e di filiera, dei flussi doganali e delle imprese con più elevata incidenza dei costi dell’energia, ponderando poi tali evidenze con i dati sulla redditività operativa tratti dai bilanci. Lo studio, spiega una nota, ha prodotto evidenze sia a livello di singolo settore che a livello di filiera produttiva, tenendo conto delle interessenze tra settori nell’ambito delle catene di fornitura. L’analisi per filiera, fa emergere un livello di rischio molto più elevato rispetto all’analisi per settore perché si assume che settori in forte sofferenza possano impattarne altri, se inseriti nell’ambito di un’unica catena di fornitura.

L’analisi per filiera di appartenenza, e non per settore, integrando i rischi “a valle” e “a monte”, fa emergere un importante aumento dei segnali di rischio, con una speculare diminuzione della categoria “rischio basso”. I segnali di rischio elevato toccano addirittura oltre il 60% delle imprese italiane, pari a circa 3 milioni di imprese. «Il fattore di rischio aumenta nell’analisi per filiera in quanto le variabili assunte come benchmark incidono, seppure con diversi pesi, su un numero elevato di settori influenti sulla maggior parte delle filiere».

«L’assunzione di un doppio punto di vista, quello del settore e quello della filiera, rende, d’altra parte, esauriente lo studio della presente congiuntura economica, restituendo un quadro a 360 gradi del grado di rischio, quantomeno teorico, in cui potrebbero ritrovarsi le imprese», ha spiegato Fabrizio Vigo, co-founder e ceo di SevenData, aggiungendo che «l’analisi del rischio è stata ponderata analizzando gli andamenti di bilancio e attribuendo alle imprese con bassa redditività operativa (a livello di Ebitda) una soglia di rischio più elevata, data la potenziale difficoltà di queste ultime nel fare fronte ad un aggravio di costi ed agli eventuali impatti sui ricavi della crisi geopolitica. Le imprese ad alte performance di Ebitda sono state considerate, invece, meno impattate».

Oltre al rischio legato all’impatto dei consumi energetici, l’analisi di Seven. Data verifica il livello di altre due tipologie di rischio: quello connesso all’export e quello dovuto alla catena di approvvigionamento (import di materie prime, componenti, ecc). Ne risulta che, in seguito all’impatto dell’attuale frangente economico e geopolitico sui mercati di sbocco (export), assumendo come punto di osservazione il settore, circa 314.000 imprese (il 6,3%) si configurano a rischio sofferenza elevato.

Tuttavia, se la variabile export viene applicata alla filiera, la componente rischio si impenna fino a raggiungere un 58% di imprese a rischio potenziale. Sul versante del rischio connesso alla catena di approvvigionamento, le aziende a rischio elevato su base settore di appartenenza sono oltre 216.000 (4,3% sul totale delle imprese italiane). Considerando invece la vista per filiera, la quota di imprese ad alto rischio potenziale sale al 24,8%.

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