Efficientamento energetico e adeguamento sismico per gli edifici: questa la sintesi della rosa di interventi coperti dall’Ecobonus e perciò detraibili al 110%. La misura, introdotta con il Decreto Rilancio a maggio 2020 e ora diventata operativa, fa parte delle iniziative pensate dal Governo per rilanciare l’economia italiana nell’era post-Covid.
Le previsioni sono positive: secondo l’ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, l’Ecobonus avrà una ricaduta sul settore edilizio di circa 6 miliardi, con un moltiplicatore per l’indotto di 3,5.
Molti i vantaggi sia in termini occupazionali – centomila posti di lavoro in più – sia dal punto di vista ambientale: consumi energetici ridotti e minore inquinamento. Da non dimenticare anche i benefici economici per i consumatori, perché maggiore efficienza significa maggiori risparmi: le stime sono di circa 300 euro in più all’anno.
Per il comparto immobiliare, l’Ecobonus costituisce un cambio di paradigma rilevante: espansione senza consumo di nuovo suolo.
Il provvedimento, infatti, mira a dare nuovo impulso all’edilizia riqualificando gli stabili esistenti e incrementandone il valore. Nell’ambito delle iniziative green, l’Italia è tra i primi Paesi in Europa a focalizzarsi anche sul settore delle costruzioni e il provvedimento italiano è giudicato dalla Commissione UE un esempio avanzato da seguire.
Tra i problemi che però potrebbero frenare l’applicazione dell’Ecobonus, c’è sicuramente quello delle difformità catastali. Le tanto diffuse irregolarità – di qualsiasi magnitudine – mandano in fumo la possibilità di detrarre i costi degli interventi sia per le proprietà private sia per i condomini, nel caso in cui si volessero realizzare delle migliorie nelle parti comuni e queste risultassero particolarmente difformi. Per quanto riguarda i condomini, questo penalizza particolarmente le città storiche come Roma.
La situazione è particolarmente critica nel Sud Italia, dove il 50% delle abitazioni sarà tagliata fuori proprio a causa degli abusi e dove perciò si perde parte delle conseguenze economiche positive. È bello invece pensare che la possibilità di usufruire del Superbonus possa dare una spinta per sanare le irregolarità, ma al momento i tempi sono troppo stretti dato che la misura scade tra poco più di un anno e per sanare un abuso ci vuole tempo. Oltre agli abusi, anche la più piccola difformità catastale chiude le porte dell’Ecobonus, ed è così che un provvedimento destinato in teoria a tutti risulta essere, nella pratica, un privilegio per pochi.
Anche quei pochi che potrebbero accedervi, tra l’altro, prima di applicarlo devono superare lo scoglio della burocrazia: per cedere il credito, ad esempio, ci sono 36 moduli da compilare. I criteri per accedere al superbonus sono molto rigidi e, nel caso dovesse emergere qualche inadempienza durante i controlli che possono avvenire fino a dieci anni dopo l’ultimo anno in cui si usufruisce della detrazione, scatta una sanzione di ben due volte l’importo del beneficio ottenuto.
Nonostante questo, l’ecobonus – ma ancor di più il suo “fratello maggiore”, ovvero quel sismabonus tanto rilevante per il nostro contesto territoriale – rappresenta una grande opportunità e potenzialmente un importante volano per l’economia. D’altra parte, non va dimenticato che si tratta (di fatto) di una defiscalizzazione e non di un finanziamento. Per questo, e per cogliere appeno questa occasione, servirà prima di tutto muoversi con realismo e responsabilità.