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L’energia solare e il boom di autoproduzione dei cittadini | Lo scenario

Power to the People, auspicava John Lennon nel 1971. Cinquant’anni dopo ci siamo vicini: in Europa e in Italia è boom dell’energia prodotta in loco da chi la usa, grazie alle normative sempre più favorevoli all’autoproduzione e alle comunità energetiche, fra cui l’ultimo decreto con gli incentivi riorganizzati dal ministero dell’Ambiente, presentato alla Commissione Ue il 21 febbraio e in attesa del via libera.

“La grande innovazione di questa fase storica è lo scambio di energia fra privati: da una logica verticale, che vedeva una singola mega-centrale vendere l’energia a molti consumatori, si passa a una logica orizzontale che vede una rete di impianti di produzione di privati cittadini offrire la propria energia ad altri privati cittadini”, spiega al Sole 24 Ore Gianluca Ruggieri, ricercatore dell’Università dell’Insubria e co-fondatore di e’nostra, una delle prime cooperative energetiche in Italia, in prima linea sul fronte dei consumi collettivi.

“Partiamo da un sistema elettrico basato sulle fonti fossili, in cui era l’offerta di elettricità che si adeguava alla domanda, modulando la produzione in base ai consumi del momento.

Nel nuovo sistema basato sulle fonti rinnovabili incostanti, invece, c’è bisogno di gestire la domanda in base all’offerta, quindi servono gli accumuli, l’integrazione fra le reti e la digitalizzazione del sistema elettrico, ma serve soprattutto molto più autoconsumo, perché in questo modo si risolve localmente un pezzo della domanda e si caricano meno le reti”, precisa Ruggieri.

Dalle analisi della Commissione emerge che i cittadini Ue potrebbero produrre metà di tutta l’energia elettrica necessaria per alimentare il Vecchio Continente. Ecco perché in Europa si cerca di favorire economicamente queste iniziative.

La rivoluzione in corso si rispecchia anche nel boom del solare, ormai avviato in Italia con qualche anno di ritardo rispetto al resto d’Europa: secondo i dati di Terna, solo nel mese di gennaio sono stati installati 296 megawatt di solare (+282% rispetto al gennaio 2022).

Alla luce di questo dato, per Althesys arriveremo a 3,5 Gw di nuovo solare a fine anno, ma alcune proiezioni si spingono fino a 4,5 Gw, contro i 2,5 del 2022 (un raddoppio del raddoppio, perché già nel 2022 il solare è cresciuto del 165% rispetto al 2021), anche alla luce della valanga di richieste di connessione in alta tensione, che ammonterebbero secondo Terna a circa 120 Gw fotovoltaici.

“Il solare è la tecnologia più utilizzata per l’autoconsumo e le comunità energetiche, grazie alla sua perfetta modularità, che consente di tarare facilmente la potenza degli impianti sulle dimensioni della comunità che andranno a servire e lasciano aperta la possibilità del salto di scala in caso di nuovi aderenti”, fa notare Ruggieri, che pure non disdegna le pale eoliche collettive, già utilizzate da e’nostra in due progetti nei pressi di Gubbio e in un terzo in via di autorizzazione in Puglia, sui 35 impianti operativi.

Una delle spinte che hanno messo il turbo alla crescita delle comunità rinnovabili è stata la crisi energetica post-pandemia, esacerbata dell’utilizzo dell’energia come arma di guerra dalla Russia di Putin. L’aggressione all’Ucraina e all’Europa ha fatto capire ai cittadini europei che non c’è tempo da perdere per emanciparsi dalla dipendenza delle importazioni di fossili e che in molti casi la comunità è la risposta più efficace.

Attualmente in Italia, secondo Legambiente, ci sono appena una quarantina di comunità rinnovabili, contro le migliaia presenti in Germania, il migliaio in Olanda e le 600 in Danimarca.

Siamo indietro quindi, ma secondo uno studio dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano la crescita potrebbe essere esponenziale: tra 960.000 e 1.630.000 utenti residenziali potrebbero essere coinvolti in configurazioni di comunità energetiche o autoconsumo collettivo da qui al 2026, a cui si aggiungono tra 3.000 e 6.000 aziende di distretti industriali che si costituiranno in comunità di autoproduzione e autoconsumo, portando con sé l’installazione di 2,7-4,6 Gw di nuovo fotovoltaico, con un incremento degli investimenti nel settore pari a 2,2-3,8 miliardi di euro.

Una forte spinta verrà dal decreto del ministero dell’Ambiante e dalla pubblicazione della mappa delle cabine primarie. Il decreto è incentrato su due misure: un incentivo in tariffa a 20 anni sull’energia condivisa per tutte le ‘Cacer’, definizione che comprende autoconsumo singolo a distanza, comunità energetiche rinnovabili e autoconsumo collettivo da Fer, e un contributo a fondo perduto del 40% per le Comunità energetiche nei Comuni con meno di 5mila abitanti.

Per l’incentivo in tariffa la potenza complessiva incentivabile è stata fissata a 5 Gw, con un limite temporale a fine 2027. Il contributo a fondo perduto al 40% per le Cer nei Comuni con meno di 5mila abitanti, invece, sarà finanziato con 2,2 miliardi di euro del Pnrr e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gw.

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