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L’assurdo safari del Trentino che uccide l’orsa. Altro che turismo sostenibile

È interessante quest’idea di marketing territoriale che sta facendo conoscere il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ben oltre i confini nazionali.

Fugatti vuole far abbattere l’orsa JJ4, colpevole di aver ferito due persone nei boschi del monte Peller in Val di Non.

Così il Trentino, parte di quell’Italia che in molti amiamo per la sua natura e la sua ospitalità, sarà la regione dove la natura si… giustizia.

Perché l’orsa JJ4 – è forse il caso di ricordarlo – era nel suo habitat naturale, ed è diventata aggressiva probabilmente per difendere i suoi cuccioli.

Persino i feriti, padre e figlio, si sono detti contrari al suo abbattimento. Gli intrusi, in un certo senso, erano loro due, e non l’animale.

È auspicabile che qualcuno, saggiamente, fermi in tempo utile il safari giustizialista di Fugatti, ma intanto due o tre domande questo episodio le suscita, perché se da un lato è ovvio che nessuno vuole mettere in pericolo i frequentatori dei boschi, dall’altro appare altrettanto evidente che non si può mettere la taglia su tutti gli animali che per difendersi potrebbero diventare aggressivi.

Questo è un tema che – al di là del caso JJ4 – impatta direttamente con il modello di sviluppo che si vuole perseguire nel nostro Paese per agganciare una ripresa che nel dopo-Covid prima o dopo arriverà.

E arriverà camminando soprattutto sulle gambe di un’economia turistica non improvvisata ma solida perché tradizionale e, possibilmente, migliorata.

Il Trentino, tanto per dire, dovrà puntare vieppiù sul patrimonio naturale, così come ogni altra regione italiana dovrà lavorare a migliorare i propri punti di forza e a smussare, se non eliminare, i punti deboli.

Ora l’impressione è che uccidere un’orsa non aumenti il fascino di una regione ma apra piuttosto voragini di interrogativi su chi la stia amministrando e, soprattutto, su quale modello questi “governanti” abbiano in mente.

Le vie brevi del tipo “spiana la doppietta e spara” oggi appartengono a una sottocultura che è diventata tale perché nel tempo la società ha saputo trovare soluzioni meno spicce e cruenti a situazioni oggettivamente problematiche.

Uccidere JJ4 denuncia non solo l’incapacità di pensare a soluzioni effettive e soprattutto non autolesioniste, ma evidenzia drammaticamente una completa mancanza di visione.

Giusto per capire: se altri orsi si renderanno protagonisti di episodi simili, che farà il presidente Fugatti: li condannerà tutti a morte? E farà lo stesso con lupi, cervi, serpenti, gatti selvatici, cinghiali…

Un modello di turismo sostenibile oggi non può che perseguire la convivenza con gli elementi fondamentali dell’habitat naturale.

Così come non si rompono le rocce e non si porta via la sabbia dalle spiagge, non si ammazzano gli animali solo perché rei di aver reagito a una nostra presenza. In tempi di allarme planetario per l’ambiente e di forte rinascita del movimento ecologista, l’atteggiamento di Fugatti appare quanto di più anacronistico e tafazziano il Trentino potesse far conoscere al mondo.

Davvero singolare come marketing territoriale.

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