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[L’analisi] Cessioni più facili per crediti fiscali. Così cambierà il Superbonus

Il Superbonus cambierà ancora, la nuova ipotesi di mediazione al vaglio della maggioranza consisterebbe nell’eliminare i vincoli alle cessioni del credito, ma senza ulteriori proroghe. Sarebbe questa l’apertura massima che il governo sarebbe disposto a concedere di fronte alle difficoltà denunciate dal mondo dell’edilizia, con migliaia di imprese sofferenti per i crediti incagliati a fronte di lavori già avviati.

Il problema è come conciliare la necessità di limitare le frodi – oltre 5 miliardi legate ai bonus edilizi – con il rischio di inceppare il meccanismo del 110%. E come farlo senza stanziare nuove risorse, perché sul punto il governo Draghi è irremovibile. La soluzione al vaglio, spiegano fonti del ministero dell’Economia, potrebbe essere quella di permettere di cedere il credito non solo alle banche ma a tutti i soggetti professionali e le partite Iva, escludendo soltanto i consumatori privati. Un’apertura amplissima. Ma anche così, non sembra poter bastare ai gruppi di maggioranza. La distanza delle posizioni è ancora “profonda”.

L’ennesima battaglia sul Superbonus si consumerà questa settimana alla Camera, dove oggi si inizia a votare in commissione il decreto Aiuti da 14 miliardi approvato a maggio. In questo testo c’è già un allargamento della cessione dei crediti con la possibilità delle banche di trasferirli ai loro clienti professionali. Ma i costruttori denunciano che il sistema è bloccato e si rischiano fallimenti a catena per i mancati incassi. E un fronte ampio e trasversale in Parlamento chiede al governo di agire.

Al ministero dell’Economia si sta vagliando un’altra proposta: consentire la cessione del credito anche alle partite Iva (con bilancio sopra i 50 mila euro, chiedono i parlamentari). La norma allo studio potrebbe essere così ampia da escludere soltanto i consumatori. Che sia questa però la soluzione finale è ancora da vedere. Sia perché l’ipotesi non è stata ancora valutata a Palazzo Chigi, sia perché a Laura Castelli e Federico Freni, che per il governo seguono in Parlamento il dl Aiuti, i gruppi di maggioranza hanno già fatto sapere che così non basta.

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