Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[L’analisi] A luglio i salari cedono oltre 6 punti di potere d’acquisto

Continua ad aumentare il gap tra aumento dei prezzi e salari. Se nei primi 5 mesi dell’anno sfiorava i 6 punti percentuali a luglio il gap supera abbondantemente i 6 punti e mezzo con le retribuzioni contrattuali orarie che su base annua segnano un +1,2% e i prezzi che nel mese aumentano del 7,9 (indice Nic). Il confronto non si può fare sul mese con l’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo) perché nel mese risente dei saldi.

I dati emergono dalle serie storiche sulle retribuzioni dell’Istat che ha pubblicato anche i dati sul mercato del lavoro nel secondo trimestre registrando un aumento dell’occupazione e un calo della disoccupazione. Tra aprile e giugno 2022 gli occupati sono cresciuti di 175mila unità sul trimestre precedente (+0,8%) e di 677mila rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+3,0%). I disoccupati sono diminuiti di 382mila in un anno attestandosi a quota 2 milioni 25mila. Il tasso di occupazione è salito al 60,2% mentre quello di disoccupazione è sceso all’8,1%.

Nel secondo trimestre si registra anche il dato più alto dall’inizio delle rilevazioni (2016) per il tasso dei posti vacanti che raggiunge il 2,2%. Oltre alle difficoltà di reperimento da parte delle imprese per la mancanza dei profili necessari potrebbe esserci anche un’indisponibilità di parte della forza lavoro ad occuparsi a retribuzioni considerate troppo basse. Gli occupati nel secondo trimestre salgono a 23 milioni 150mila mentre il tasso di occupazione raggiunge il 60,2% con un aumento rispetto al trimestre precedente di 0,5 punti (+2,3 punti rispetto al secondo trimestre 2021). I dati provvisori del mese di luglio 2022 pubblicati nei giorni scorsi segnalano, però rispetto al mese precedente una lieve diminuzione degli occupati (-22 mila, -0,1%) e del tasso di occupazione (-0,1 punti).

I lavoratori dipendenti crescono e toccano quota 18 milioni 375mila. I dipendenti a termine (3 milioni 146mila) crescono rispetto al trimestre precedente più velocemente (+1,6%) rispetto a quelli a tempo indeterminato (15 milioni 30mila, +0,8%) mentre restano stabili gli indipendenti (4 milioni 175mila). Cresce soprattutto l’occupazione giovanile tra i 15 e i 34 anni con un tasso che sale di 3,5 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2021 al 44,2% (+2,0 punti per la fascia tra i 35 e i 49 anni). Rispetto al primo trimestre gli under 35 al lavoro sono aumentati di 123mila unità.

Si è lontani, comunque, dai livelli degli anni 2000 con appena 5 milioni 295mila giovani al lavoro, e 2 milioni 394mila in meno rispetto al secondo trimestre del 2004 (valore più elevato dall’inizio della serie storica). Ma le difficoltà dei più giovani emergono soprattutto nel divario con l’Europa: nel 2004, il gap tra il tasso di occupazione italiano e quello medio Ue27 per i giovani di 15-34 anni era di circa 2 punti percentuali ed era inferiore a quello osservato per i 35-64enni (circa 5 punti); nel 2021 la differenza tra i giovani italiani ed europei è salita a 15,5 punti e ha superato abbondantemente quella osservata per i più adulti (salita a 8,4 punti). 

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.