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[La storia] Vittoria Laghi (ricercatrice Università di Bologna): Così userò la stampa 3D per l’acciaio green

«Vogliamo far entrare la digitalizzazione nel settore delle costruzioni, molto più restio al cambiamento rispetto ad altri ambiti» e infatti «si utilizzano ancora tecnologie vecchie di 150 anni». A dirlo è Vittoria Laghi, ricercatrice all’Università di Bologna, che ha ideato la tecnica innovativa per stampare l’acciaio in 3D, per renderlo “green”, riducendo il grande impatto ambientale della sua produzione grazie all’enorme risparmio di materiale necessario. L’invenzione l’ha fatta diventare una delle sei una delle sei vincitrici del Premio L’Oréal-Unesco “Per le Donne e la Scienza”, giunto alla sua ventesima edizione italiana.

Combinando il digitale con l’Intelligenza Artificiale, infatti, l’innovativa tecnica basata sulla stampa 3D permetterà di ottenere forme nuove e ottimizzate per travi, pilastri e altri elementi in acciaio, che a parità di prestazioni ed efficienza strutturale consentono di limitare al massimo il consumo di materiale. «Le mie conoscenze sulla tecnica della stampa in 3D sono maturate durante le mie esperienze all’estero», racconta Laghi all’ANSA: «ad esempio il dottorato all’Università Tecnica di Delft (TU), ad Amsterdam, e le esperienze con aziende come l’olandese MX3D e altri istituti tedeschi. Ora questo premio mi consente di portare queste esperienze anche in Italia». La ricercatrice italiana è anche membro del “Women in 3D Printing”, associazione internazionale di donne nella stampa 3D, conta oltre 30 pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali di settore ed è co-titolare di due brevetti depositati in Italia sull’applicazione della stampa 3D per costruzioni innovative.

Il progetto L’Oréal-Unesco, che assegna ogni anno borse di studio del valore di 20mila euro ciascuna, è dedicato a giovani ricercatrici italiane under 35 sulla base dell’eccellenza riconosciuta ai loro progetti nei campi delle discipline Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). «Il premio è senz’altro un portavoce dell’esigenza di colmare la sproporzione, ancora molto forte, tra presenze maschili e femminili nelle discipline Stem», commenta Vittoria Laghi. «Anche nel mio dipartimento la presenza di donne tra le posizioni di rilievo è ancora bassissima. In ogni caso, è stato bellissimo poter coronare in questo modo tanti anni di duro lavoro – conclude la vincitrice del premio – che purtroppo nel nostro campo non viene premiato molto spesso: un riconoscimento che da’ la giusta carica per continuare a lavorare». 

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