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[La sentenza integrale] Stop alla concessioni balneari. Obbligo gare entro due anni. Scure su 30 mila attività ed 1 milione di lavoratori. I giudici del Consiglio di Stato: «giro d’affari di 15 miliardi l’anno a fronte di canoni complessivi sui 100 milioni»

L’attuale regime di proroga delle concessioni sulle spiagge varra’ solo fino al 31 dicembre 2023:  dal giorno successivo non ci sara’ alcuna possibilita’ di proroga  ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sara’  comunque aperto alle regole della concorrenza.

Un provvedimento che riguarda 30 mila concessioni demaniali e un settore che occupa circa un milione di posti di lavoro (secondo i dati diffusi da Federbalneari).

Il Consiglio di  Stato, decidendo sul contezioso tra amministrazioni locali e  concessionari balneari, ha stabilito un termine perentorio,  scaduto il quale “tutte le concessioni demaniali dovranno  considerarsi prive di effetto, indipendentemente se via sia – o  meno – un soggetto subentrante nella concessione” e il settore  sara’ aperto alla concorrenza.      

La decisione era attesa, non solo dalla parti in causa. Il governo con il provvedimento sulla concorrenza non ha sciolto il  nodo delle liberalizzazioni delle concessioni balneari, sul  quale pende un conflitto con l’Unione Europea sulla normativa  sul mercato interno.

Nella sentenza del Consiglio di Stato si sottolinea come il giro d’affari stimato del settore si aggiri intorno ai quindici miliardi di euro all’anno, “a fronte dei quali l’ammontare dei canoni di concessione supera di poco i cento milioni di euro”.

Una gestione più efficiente, quindi, comporterebbe un maggior introito per le casse pubbliche

Secondo il Consiglio di Stato, il confronto concorrenziale, oltre ad essere imposto dal diritto Ue, “e’ estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale  costiero” e contribuire “in misura significativa alla crescita  economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui  il Paese necessita”.

Bocciata, di fatto, la proroga per un  quindicennio delle concessioni introdotta nel 2018 con la legge  di Bilancio ma, “al fine di evitare il significativo impatto  socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e  generalizzata di tutte le concessioni in essere”, per consentire di predisporre i bandi e “nell’auspicio che il legislatore  intervenga a riordinare la materia”, le concessioni continueranno a essere efficaci per altri due anni.    

“Le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in  futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle  concessioni demaniali marittime per finalita’  turistico-ricreative, compresa la moratoria introdotta in  correlazione con l’emergenza epidemiologica da Covid-19”, ha  stabilito il Consiglio di Stato, sono in contrasto con il  Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e con la  direttiva Bolkestein. E “deve escludersi la sussistenza di un  diritto alla prosecuzione del rapporto in capo gli attuali  concessionari”, che potranno partecipare alle gare che dovranno  essere bandite.

Proprio ieri da fonti dell’esecutivo e’ trapelata l’intenzione di predisporre un nuovo intervento dopo la sentenza.

Ma si tratta di un temo divisivo.

Ecco di seguito il testo integrale della Sentenza

https://www.giustizia-amministrativa.it/-/l-adunanza-plenaria-pronuncia-sulla-proroga-automatica-delle-concessioni-demaniali

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