Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

La Bce vede la ripresa nel 2024, ma le imprese sono pessimiste | Il documento

BE_BCE_2-2024-1

L’economia europea è ai blocchi di partenza ma i segnali dello scatto, imminente secondo la Bce, sono ancora contrastanti. L’indice Pmi dell’Eurozona, il principale indicatore della salute dell’economia, è sceso di nuovo per la manifattura e leggermente risalito per i servizi, un andamento che delude le aspettative dei previsori. Anche perché in alcuni Paesi, come la Francia, l’indice continua a calare su entrambi i fronti, mentre in Germania segnala una debolezza che conferma la recessione tecnica del primo trimestre e, secondo la Bundesbank, si allontana la ripresa anche nel secondo trimestre.

Nonostante gli indizi restino ancora pochi, nel nuovo bollettino economico la Bce resta salda sulla sua previsione di qualche settimana fa: la crescita dell’area euro si avvierà su una ripresa ciclica nel 2024, sempre se non si materializzeranno nuovi shock. La ripresa sarà inizialmente spinta dall’aumento del reddito “che supporta i consumi privati, in presenza del calo dell’inflazione e della robusta crescita salariale. Nel medio periodo, sarà sostenuta anche dagli investimenti”, grazie al venir meno della stretta sui tassi. I dati “continuano a segnalare una crescita modesta” nel breve periodo, ma gli indicatori di più lungo periodo mostrano “segnali di ripresa”, secondo gli economisti di Francoforte. Anche perché cominceranno a farsi sentire “il calo dell’inflazione, la robusta dinamica salariale e il rafforzamento della domanda estera”.

Nel frattempo, però, è vero che i consumi privati sono ancora deboli in quanto i consumatori restano sensibili ai prezzi e rimandano gli acquisti importanti. Anche la Bundesbank ne è convinta: “Per il momento non ci si aspetta un grande impulso dai consumi privati”, perché “i consumatori si sentono insicuri e frenano la spesa”, una situazione che trascina la Germania in recessione tecnica nel primo trimestre dell’anno, con poche speranze di uscirne nel prossimo. Non a caso l’indice Pmi tedesco nel settore manifatturiero a marzo è sceso a 41,6 punti contro i 43,1 delle stime e i 42,5 di febbraio. Anche nella zona euro c’è un calo (dal 46,5 di febbraio a 45,7), ma la ripresa dei servizi aiuta a mitigare il quadro.

Per la Bce si tratta di una situazione temporanea. Anche se a gennaio è aumentato il numero delle famiglie a basso reddito che faticano a pagare i mutui, tutto dovrebbe presto cambiare con il calo dell’inflazione e l’aumento del reddito disponibile. Anche per le imprese ci si attende una ripresa degli investimenti, ma è probabile che quelli nel settore dell’edilizia residenziale restino deboli. Resta poi la preoccupazione sulla crisi degli immobili commerciali: la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che le banche europee sono solide ma la vigilanza unica “continuerà a tenere d’occhio l’esposizione degli istituti di credito ai settori vulnerabili, come la proprietà commerciale”.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.