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In Ucraina il cessate il fuoco è possibile | Lo scenario

Nell’andare prossimamente a Mosca Xi Jinping prende, in teoria, un rischio: se dopo tale visita Mosca intensificasse l’azione militare in Ucraina, allora Pechino diventerebbe più facilmente imputabile di essere parte dello sforzo bellico russo e pertanto oggetto di sanzioni economiche specifiche, oltre a quelle di negazione all’accesso a tecnologie di superiorità, da parte del G7.

Inoltre, se l’effetto calmierante cinese sull’aggressività russa fallisse, questo sarebbe un segnale di gap di influenza oppure, appunto, di una convergenza travestita da intento moderatore e mediatore, questo segnalato dall’annuncio di una comunicazione con Kiev a seguito della visita a Mosca.

Appare probabile che l’ufficio strategico di Pechino sia consapevole di tale rischio e abbia predisposto un esito produttivo per Pechino, oltre che via diplomazia riservata, attraverso le interlocuzioni attuate da Wang Yi nel suo recente viaggio in Europa che includeva Mosca.

Tale analisi, se verosimile, suscita la curiosità di capire quale possa essere il risultato dell’inserimento cinese nel conflitto russo-Ucraino-Nato.

Pechino non ha interesse a ridurre la tensione tra Russia e G7 perché grazie a questa guadagna il dominio geoeconomico sulla Russia stessa e la posizione di potenza protettrice dell’Iran e dell’Asia centrale, ma ha la priorità di far finire il conflitto cinetico in Ucraina inteso come varco per accuse di sostegno bellico alla Russia.

Il risultato potrebbe essere un cessate il fuoco e il congelamento del fronte?

Messa in matrice di teoria dei giochi, l’opzione fa vedere vantaggi sia per la Russia sia per l’Ucraina.

Il congelamento del fronte offre a Mosca la possibilità di poter dichiarare una “similvittoria” e di non esporre il regime a una erosione destabilizzatrice che sta iniziando.

Per Kiev il vantaggio politico-simbolico sarebbe minore per indebolimento del linguaggio della “reconquista”, ma quello realistico sarebbe notevole: più tempo per occidentalizzare ed addestrare a livello di stato dell’arte l’armata ucraina, anticipare la ricostruzione di parte della nazione e rendere meno oneroso il costo bellico per le nazioni sostenitrici.

Questo scenario coreano avrebbe il consenso dell’America?

Potrebbe, perché non cambierebbe l’effetto compattante della minaccia russa, cioè la dipendenza totale dell’Ue dall’America stessa per la sicurezza.

Washington lascerebbe a Pechino il vantaggio di prendere lo status di mediatore con il rischio di dare alla Cina una chance di ri-penetrazione in Europa?

Il punto è da capire, ma più che di una mediazione si tratterebbe di una “cooperazione intrabellica” tra Cina e America: ambedue metterebbero la museruola ai loro alleati belligeranti, soddisfatti l’uno di aver esteso la Nato e salvato l’Ucraina e l’altro di aver conquistato la Russia.

Effetto finanziario di un cessate il fuoco? Notevole ed espansivo.

Probabilità? Al momento 51%.

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