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Eric-Mark Huitema (direttore Acea): «Emissioni zero: servono stazioni di ricarica per le auto elettriche»

«I consumatori europei non saranno in grado di passare ai veicoli a emissioni zero se non ci sono abbastanza stazioni di ricarica e rifornimento lungo le strade in cui guidano». Questo quanto affermato dal direttore generale dell’Associazione europea dei produttori di automobili, Eric-Mark Huitema.

Secondo quanto evidenziano i nuovi dati Acea, infatti, c’è una grave mancanza di punti di ricarica per le auto elettriche lungo le reti stradali nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue. I risultati mostrano che 10 paesi non hanno nemmeno una colonnina per ogni 100 chilometri di strade principali, 18 Stati membri dell’Ue hanno meno di 5 punti di ricarica per 100 km di strade, e solo quattro Paesi possiedono più di 10 colonnine per ogni 100 km di strade.

Si passa dall’Olanda e dal Lussemburgo che, rispettivamente, hanno 47,5 e 34,5 colonnine ogni 100 chilometri (seguite dalla Germania con 19,4, Portogallo con 14,9, Austria 6,1 colonnine ogni 100 chilometri) alle più sguarnite: Lituania (0,2), Grecia (0,2), Polonia (0,4), Lettonia (0,5), Romania (0,5). Quanto all’Italia, la media, si legge nel rapporto, è di 5,1 punti di ricarica.

La Commissione europea, si ricorda in una nota, ha proposto che entro il 2030 le emissioni di CO2 delle nuove auto dovrebbero essere del 55% inferiori ai livelli del 2021, rispetto all’obiettivo del 37,5% per il 2030 fissato solo tre anni fa e le case automobilistiche europee dovranno portare sul mercato milioni di auto elettricamente ricaricabili nei prossimi anni per raggiungere questo nuovo obiettivo.

Secondo Acea dovranno essere compiuti «enormi progressi nell’implementazione delle infrastrutture in tutta l’Ue in un lasso di tempo molto breve. «I progressi fatti in pochi paesi dell’Europa occidentale sono incoraggianti, ma non dovrebbero distrarci dallo stato disastroso della rete di ricarica in altri paesi dell’Ue». L’associazione chiede quindi al Parlamento Europeo e al Consiglio di cogliere l’opportunità dei prossimi negoziati su Fit for 55 per creare le giuste condizioni per la mobilità elettrica in Europa.

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