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Maria Cecilia Guerra (sottosegretaria Economia): «Riforma fisco: dovrà essere fatta con equità»

La riforma fiscale costituisce un tassello basilare per la ripresa nazionale e i tempi necessari alla sua realizzazione si stringono. Secondo la sottosegretaria all’Economia, ordinaria di Scienza delle finanze all’Università di Modena, Maria Cecilia Guerra, il provvedimento dovrà essere fatto al meglio «e soprattutto con equità: distribuendo meglio il prelievo».

«Intervenire sul cuneo va bene, ma sull’Irap bisogna muoversi con attenzione perché finanzia la sanità e non sono tempi di distrazioni», sottolinea. «Il ministro Franco ha intenzione di fare in fretta, ma il provvedimento non arriverà prima di agosto e visto che alla riapertura andremo verso la sessione di bilancio, prevedo una approvazione della delega all’inizio del prossimo anno», indica Guerra in un’intervista a La Repubblica.

Quanto ai nodi non ancora sciolti, «il ministro ha detto che sarà il soggetto delegato, cioè il governo, a sciogliere i nodi principali». E sul tema dell’equità fiscale, «il nostro» evidenzia «non è un sistema equo e per questo è necessaria una riforma. Abbiamo imposte diverse, a parità di reddito, se sei un lavoratore dipendente, un autonomo, un agricoltore, una piccola impresa sotto forma di società di persone».

«Un fisco fatto a categorie. Invece bisogna riportare tutti i redditi da lavoro e pensioni dentro la progressività dell’Irpef, e garantire per gli altri un trattamento omogeneo». Guerra condivide il richiamo del ministro dell’Economa che ha avvertito che la riforma va fatta senza mettere a rischio i conti pubblici e non in deficit. «Ha ragione, anche perché le proposte delle commissioni parlamentari richiedono cifre molto elevate senza indicazioni di adeguata copertura».

Per questo lei propone la patrimoniale?

«No, guardi che la patrimoniale che noi proponiamo è a gettito invariato. Sostituirebbe Imu, tasse sui bolli delle attività finanziarie e patrimoniali su beni immobili e mobili detenuti all’estero. Quattro in una, ma con moderata progressività per redistribuire l’onere del prelievo fra chi ha poco patrimonio e chi ne ha molto, a gettito invariato. Sottolineo: invariato. Possono venire invece risorse dalla lotta all’evasione: ad esempio uniformare l’aliquota intermedia della catena dell’Iva esposta a forte evasione porterebbe, secondo una proposta del centro studi Nens, 10 miliardi di euro»

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