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Gli Emirati Arabi cambiano le regole sulle società commerciali: via obbligo di proprietario emiratino

La porta d’ingresso privilegiata, per gli europei, per accedere ai mercati asiatici e africani. Sono gli Emirati Arabi Uniti, e in particolare l’emirato di Dubai. E in un momento di così profonda crisi e incertezza, questo anche in vista dell’Expo 2021, il piccolo emirato continua ad attirare a sé imprese e investimenti, grazie anche alla semplificazione della burocrazia, attraverso una politica che tende la mano sempre più all’apertura verso l’esterno.

È dello scorso 23 novembre, il decreto firmato dal presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sua Altezza lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, che ha modificato le restrizioni alla proprietà straniera nel diritto delle società negli Emirati Arabi Uniti.

Le nuove disposizioni fanno venire meno l’obbligo per le società commerciali on shore (sono escluse le free zone) di avere un azionista di maggioranza di cittadinanza emiratina. Previsto anche un aumento della percentuale di azioni, dal 30% al 70%, vendibili tramite Ipo e ulteriori modifiche alla disciplina delle azioni di responsabilità dei soci.

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