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Giovanna Della Posta, AD Invimit: “Il PNRR è un modello da esportare e replicare perché insegna alla PA un metodo e il rispetto dei tempi” | Stati Generali della Ripartenza

“Il PNRR è un modello da esportare e che dovremo replicare in seguito anche con fondi nazionali”. Lo ha detto Giovanna Della Posta, AD di Invimit, partecipando agli Stati generali della ripartenza, organizzati dall’Osservatorio economico e sociale ‘Riparte l’Italia’ a Bologna.

“Il PNRR ci lascerà un’eredità importantissima – aggiunge – che è quella del metodo. Chi ha fatto capire l’importanza dei rispetto dei tempi, perché il tempo è denaro”.

“Non bisogna guardare solo alle risorse economiche che arriveranno ma alle riforme” e al metodo che il PNRR “sta insegnando alle amministrazioni” insieme al rispetto dei tempi e al metodo di lavoro, fornendo passo passo “degli indicatori chiave di prestazione sull’andamento” degli interventi.

“Sono tutti fattori estremamente positivi, a mio avviso anche più positive della somma dell’ammontare economico che effettivamente avremo dal PNRR – chiosa Della Posta -. Noi lo vediamo perché lavoriamo con le amministrazioni e in tanti casi anche noi stiamo un po’ riprendendo questo metodo per interfacciarci con loro”.

”Il Pnrr è una miccia che ci apre innumerevoli opportunità e che può diventare la macchina per gli investimenti per eccellenza. Ma occorre cambiare mentalità e approccio: bisogna indebitarsi per attivare investimenti che abbiano una componente privata importante”, ha dichiarato Giovanna Della Posta.

”Un esempio concreto è il tema degli studentati. L’Unione europea ci ha chiesto di raggiungere l’obiettivo di 60mila nuovi posti letto, noi ci siamo messi in gioco e abbiamo lanciato il Progetto Opa, chiedendo agli enti territoriali di candidare immobili andati in aste deserte per trasformarli in studentati. Sono arrivate ben 108 candidature da tutta Italia. Oltre ad assumere un ruolo di coordinamento per gli enti locali – ha spiegato Della Posta – in questo modo Invimit può dare risorse al territorio usando l’equity pubblica. Per farlo è necessario andare sul mercato dei capitali e bussare alla porta degli investitori, anche internazionali. Sessantamila posti letto, in realtà, sono solo il 20 per cento del fabbisogno del Paese”.

”Abbiamo uno spazio enorme che possiamo prendere, ma per attrarre capitali privati è indispensabile un cambiamento di logica. Sotto questo profilo, ci tengo a sottolineare che è necessaria anche un’accelerazione nel cambiamento della cultura amministrativa. Abbiamo fatto molti passi in avanti, ma c’è ancora molto da fare. Il tempo è denaro. Abbiamo business plan a 20 anni e ogni volta che perdiamo un giorno perdiamo moltissimi soldi. Il Paese questo non può proprio permetterselo”, conclude Della Posta.

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