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[Intervento esclusivo] Giovanna Gigliotti (AD Unisalute): «Covid- 19 e mondo assicurativo: ecco le innovazione e le sinergie per consetire al privato di sostenere il Sistema Sanitario Nazionale»

L’emergenza epidemiologica ha modificato le abitudini di vita e di lavoro dei cittadini e avuto un impatto senza precedenti sul sistema economico del Paese.

Anche il mercato assicurativo ha dovuto reagire con estrema prontezza alle nuove sfide dettate dalla pandemia e rispondere alle esigenze di sostegno di più soggetti in stato di bisogno. 

Sono molte le compagnie assicurative che hanno colto velocemente una forte esigenza di protezione e hanno creato prodotti e servizi ad hoc, rafforzando il rapporto di fiducia e di rispetto con i propri assicurati e valorizzando nel contempo l’importante ruolo sociale svolto dalle assicurazioni.

Anche il Gruppo Unipol e UniSalute hanno sentito da subito molto forte il dovere morale e la responsabilità sociale nei confronti di tutte le persone e in particolare dei propri clienti cercando di stare loro vicini con soluzioni immediate e concrete per la tutela della salute e non solo.

Abbiamo lanciato sul mercato polizze ad hoc con coperture specifiche Covid-19 per sostenere famiglie e imprese e abbiamo messo in campo nuovi servizi come ad esempio il teleconsulto medico e il  video consulto medico specialistico per rispondere alle esigenze più specifiche. L’ultima iniziativa è stata lanciata a dicembre 2020 con cui UnipolSai ha deciso di regalare ai suoi 10 milioni di clienti una copertura sanitaria UniSalute per far fronte alle possibili conseguenze del Covid-19.

Dal mondo assicurativo e dalla sanità integrativa in particolare è quindi arrivata una risposta forte che ha permesso di affiancare e sostenere il Sistema Sanitario pubblico in un momento di grande difficoltà.

Durante la fase di emergenza infatti le aziende, i Fondi sanitari di categoria, le Casse professionali hanno garantito una copertura sanitaria aggiuntiva anche a chi non se la poteva permettere e la sanità privata ha contribuito e sta contribuendo a recuperare l’enorme arretrato di visite ed esami accumulato tra marzo e maggio scorso garantendo l’accesso in tempi brevi in strutture di qualità.

Ritengo che la pandemia, soprattutto in un contesto come quello italiano, caratterizzato da un forte processo di invecchiamento della popolazione, da una crescente spesa sanitaria pubblica e privata dovrebbe essere colta come un’opportunità attraverso la quale comprendere che l’integrazione tra pubblico e privato è “la scommessa del futuro”.

La crisi in corso ha reso ancora più evidente infatti quanto sia essenziale un ragionamento di sistema sull’integrazione tra interventi di natura pubblica e interventi di iniziativa privata nel campo della protezione sociale, a partire dalla sanità. 

Proprio la forte mutazione della struttura demografica cui si sta assistendo in Italia rappresenta uno dei fattori più rilevanti nel ridefinire l’articolazione dei bisogni sociali rispetto alla quale è necessario agire insieme, mettendo in campo tutti interventi di welfare integrativo.

Occorre quindi, oggi più che mai lavorare insieme, fare squadra e ragionare su che cosa vuol dire oggi mettere mano ad un sistema di welfare integrato tra lo Stato, le compagnie private, la territorialità, la contrattazione collettiva.

Come ha sottolineato recentemente ANIA: “la battaglia più impegnativa sta per spostarsi sul fronte del rilancio della nostra economia e le compagnie assicurative, che gestiscono gran parte del risparmio delle famiglie italiane, non potranno che rafforzare il loro impegno per sostenere lo sviluppo dell’economia reale e le iniziative cardine per la ripartenza del Paese.”

Di qui l’urgenza, per compagnie e intermediari, di destinare risorse agli investimenti in tecnologia e capitale umano e di costruire alleanze strategiche per affrontare il mercato, più grande dell’attuale, che prenderà forma dopo la crisi.

L’approssimarsi di un ciclo come quello appena descritto apre spazi infatti inattesi: è presumibile che a breve si possa già assistere a un rilancio, legato in particolare alla maggiore sensibilità su questi temi stimolata dagli attuali eventi, soprattutto su tutte le forme di protezione della persona e dell’azienda.

Inoltre, è ragionevole attendersi che, anche grazie ad una decisa attivazione dell’offerta, si possa assistere ad una rivitalizzazione dell’operatività assicurativa sui canali online, ad oggi ancora sostanzialmente limitata al comparto RCA, La pandemia di Covid-19 sta infatti accelerando la digitalizzazione delle economie.

Oggi, nel contesto post Covid-19, che ha probabilmente segnato l’inizio di una nuova era, le Compagnie iniziano ad orientarsi, a una velocità maggiore rispetto a quanto ci si aspettasse e con una consapevolezza diversa, verso la Digital Insurance. Per avviare, migliorare o consolidare il percorso di trasformazione digitale, le imprese di assicurazione sono chiamate a una revisione del proprio ruolo e del tradizionale paradigma assicurativo, nonché all’analisi e all’approfondimento degli elementi principali della Digital Transformation: la customer experience; i nuovi prodotti e servizi; l’utilizzo di tecnologie innovative; gli ecosistemi.

La necessità di porre al centro il cliente – assicurato, i suoi obiettivi e le sue esigenze, rappresenta il presupposto principale della trasformazione in atto, caratterizzata da una significativa digitalizzazione e da un epocale passaggio da una logica product – centric a una logica customer – centric.  Ci avviamo dunque verso il tempo della maturità del cosiddetto insurtech e proprio grazie all’innovazione, dal mondo delle assicurazioni potrebbe arrivare quella spinta alla semplificazione di cui tanto sembra avere bisogno il nostro Paese.

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