Il teatro è già entrato nell’occhio del ciclone per tutta una serie di cose. La prima quando il Comitato Tecnico Scientifico propose l’apertura, ma con gli attori che avrebbero dovuto indossare mascherine. E lì la prima levata di scudi. Poi quando il Presidente del Consiglio Conte, nel presentare il Decreto Rilancio, parlò degli artisti come quelli che “Ci fanno divertire”. E anche lì polemiche. Una cosa è certa, il teatro vuole riaprire, vuole rispettare tutte le regole, ma c’è chi lancia un altro allarme: “Attenzione ai monologanti e ai duetti”. Lo ha detto all’Adnkronos l’attore, regista e coreografo di origine siciliana Aurelio Gatti, ideatore e fondatore dei Teatri di Pietra, la manifestazione che si svolge dal 1999 nei teatri antichi e nelle aree monumentali del Paese. ”Rispettiamo le regole, le elementari norme di sicurezza, ma il teatro ritorni ad essere teatro. Attenzione a duetti e ‘monologanti’, non indietreggiamo di fronte al coronavirus. Non sia un pretesto, un alibi per creare e firmare surrogati”.
“Proprio i Teatri di Pietra, sono tra i pochi che questa estate potranno riaprire – afferma gatti – seppur con sofferte e inevitabili limitazioni con un pubblico ridimensionato, con incassi ridotti e un aggravio di spesa. Ma bisogna assolutamente ricominciare. Il maestro Muti ha annunciato il concerto di apertura di Ravenna Festival alla Rocca Brancaleone alla presenza del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. Ha dato un segnale importante. La gente è stanca, fiaccata dall’isolamento, ha bisogno di ritrovarsi all’interno di una comunità per poter finalmente ricominciare a dialogare e interloquire. Il teatro – ha proseguito Gatti – è il perfetto antidoto alla pandemia in corso, ma bisogna salvaguardarlo, anche con misure necessarie ed eccezionali nei confronti del pubblico e degli attori. Per questi ultimi basterebbe un semplicissimo certificato medico o un’autodichiarazione per ricominciare a lavorare, ma non da soli, su un palco, in solitudine. Il teatro è un esperienza alta, da condividere, anche se qualche politico pensa che gli attori debbano solo far sorridere”.








