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Franco Bassanini (ex ministro della Funzione Pubblica): «Recovery Fund occasione unica per cambiare Pa. Il ministro Brunetta è partito col piede giusto»

Franco Bassanini, ministro della Funzione Pubblica nei governi Prodi, Amato e D’Alema, è stato intervistato da Eugenio Occorsio per la Repubblica. Il costituzionalista è intervenuto a proposito della necessaria riforma della Pubblica amministrazione.

«Abbiamo un’occasione unica per cambiare veramente le pubbliche amministrazioni. Ci proviamo da trent’anni ma le riforme fatte fin qui avevano un limite: essere a costo zero, anzi ridurre la spesa. Come si dice? Fare le nozze con i fichi secchi. Oggi questo limite non c’è grazie alla sospensione dei vincoli europei e alle risorse in arrivo da Bruxelles: si può finalmente investire in capitale umano e digitalizzazione, quel che serve per migliorare la qualità. Alla fine anche i costi diminuiranno, e di molto».

Probabilmente il Recovery Fund potrebbe essere il pretesto giusto per risolvere questo annoso problema. «Il vincolo stavolta è virtuoso: se non ammoderniamo la macchina pubblica con gli investimenti necessari, i fondi Ue, basati sull’avanzamento dei lavori e non su chiacchiere, non arriveranno. Peraltro le riforme che coordinai tra il 1996 e il 2001 ridussero il costo del personale dal 12,7 al 10,5% del Pil: poi è un po’ risalito, ma restiamo sotto la media Ocse. Il ministro Brunetta è partito col piede giusto, si confronta e ascolta».

Bassanini applaude la prima mossa del governo, con il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. «È sano cominciare dai contratti se sono il primo strumento per l’ammodernamento. Vanno incentivate flessibilità e qualità con meccanismi di valutazione oggettivi. Diamo spazio al merito e alle professionalità tecniche, con risorse importanti per la formazione e l’assunzione di ingegneri, medici, manager, informatici nativi digitali: nell’immediato per attuare i progetti del Recovery e in prospettiva per modernizzare la macchina. Per ora a tempo determinato, poi i migliori faranno valere nei concorsi l’esperienza fatta evitando nuovi precariati. L’occasione è irripetibile: i fondi per il personale, già saliti di 6 miliardi in due anni, aumenteranno ancora con il Next Generation se convinciamo l’Europa che facciamo sul serio».

Per sconfiggere la mentalità burocratica e i suoi meccanismi arcaici e contorti serviranno interventi straordinari. «Saranno finanziate misure una tantum che accrescano in via strutturale il potenziale di sviluppo e resilienza del Paese. Lo sa da quando si parla di interoperabilità delle banche dati pubbliche, cruciale contro l’evasione fiscale e la richiesta continua di certificati? Dal 1999, firmai io la legge. Siamo ancora a zero. Confido nella competenza di Colao: la trasformazione digitale è la chiave della riforma».

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