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Francesca Sforza (La Stampa): «La Germania sul gas ha tradito l’Europa»

Sulla questione del gas (e anche delle sanzioni alla Russia) si è assistito a una sorta di ‘tradimento europeo’ da parte della Germania.

Così Francesca Sforza sulla Stampa che sottolinea: come “proprio quando le lamentele sull’Europa in cui ognuno si fa i fatti suoi sembravano affievolirsi, ed era finalmente diventato più chiaro a tutti, grazie agli sforzi messi in campo per la pandemia con i fondi stanziati per il Pnrr, che nessuno può farcela da solo, mentre insieme diventa possibile, ecco che gli stati membri tornano a dividersi”.

Emblematiche, rileva Sforza, le divisioni emerse ieri le divisioni sull’ultimo pacchetto di sanzioni da comminare a Mosca: “Seguendo questa logica, l’Unione Europea dovrebbe cioè farsi carico degli interessi particolari di ciascuno contro gli interessi di difesa collettiva di tutti e Ventisette.

Ancor più grave, sotto questo profilo, la posizione di un grande paese come la Germania, che con il suo programma di sovvenzioni per il mercato interno rischia di aggravare la crisi del prezzo del gas per altri paesi dell’Unione portando a un aumento di prezzi sul mercato e mettendo a rischio le imprese di paesi non sovvenzionati, con la conseguente creazione di ulteriori disuguaglianze tra i paesi europei più ricchi e quelli più poveri.

Siamo dunque di fronte a un’Europa buona e un’Europa cattiva – osserva Sforza – divisa tra il portare avanti misure in difesa di tutti – che inevitabilmente impongono a ognuno di retrocedere dal suo massimo interesse – e il consentire che ognuno tragga invece il massimo profitto a discapito degli altri? Sembra proprio questo il punto.

E la cosa più triste è che in questa forbice rischiano di venire ridotti in pezzi anche i cosiddetti valori – immateriali fino a un certo punto – che avevano fino ad oggi costituito lo spirito guida delle azioni comunitarie.

Non è un caso che ieri, soprattutto da voci francesi, si sia tornati a parlare di ‘spirito’ dell’Europa, del senso di solidarietà necessaria in questa fase in cui si rischia invece una fragorosa frammentazione (a tutto vantaggio di nemici acclarati come la Russia di Putin e altre autocrazie).

La Francia, che sembra assumere nel momento presente un baluardo anche morale dell’asset comunitario, non è isolata. L’importante però – conclude l’editorialista – e qui sono in molti a guardare con un misto di attesa e apprensione alle prossime mosse del governo italiano, è che non sia lasciata sola”.

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