Fabio Pressi, AD A2A E-Mobility e Presidente di Motus E, nonché autore del Libro Mobilità Digitale, è intervenuto a Roma al Circolo dei Magistrati della Corte dei conti dove ha partecipato come relatore al Cenacolo della Ripartenza sulla Mobilità Digitale che si è tenuto il 25 settembre 2025.
Ecco le sue opinioni raccolte a fine serata.
Fabio Pressi, autore di “Mobilità digitale”, un libro presentato questa sera che ha creato un dibattito veramente acceso, interessante e assolutamente proattivo.
Questo è uno dei motivi per cui l’ho scritto, non tanto per vendere perché non è un bestseller, è un libro soprattutto per creare il dibattito su una mobilità che sta cambiando. Si parla tanto di elettrico, si parla tanto di green deal, ma invece quello che penso, quello che ho vissuto in 35 anni di lavoro proprio su quei temi è che è una trasformazione tecnologica che ha bisogno di iniziare a considerare il veicolo come un oggetto tecnologico, come un telefono e quindi di fatto interpretare l’auto, ma anche il modo in cui noi ci spostiamo, rispetto a un altro modo di vivere le tecnologie.
È una transizione che comunque è complessa e ha tanti attori che sono coinvolti, ma nonostante questa complessità ci sono elementi di speranza perché riesca.
Il libro finisce proprio un po’ con delle sfide che servono per conquistare un terreno su cui oggi l’Europa è in ritardo. Paradossalmente c’è un capitolo in cui si spiega che invece eravamo molto in anticipo rispetto alla situazione moderna, perché tanti temi tecnologici sono nati in Europa, sono nati finanziati dall’Europa e paradossalmente per un terreno, per un settore che era molto frammentato non si è riuscito a costruire quanto si è costruito invece negli altri paesi e dobbiamo ripartire da lì.
Ricostruire, l’ha detto anche Draghi, l’hanno detto persone più autorevoli di me, bisogna creare un terreno competitivo, bisogna creare un mercato unico europeo, non solo dell’auto, ma dei dati, dei software, della gestione delle batterie che è l’evoluzione del veicolo tecnologica.
E sicuramente è uscito anche molto stasera l’aspetto della sicurezza, quindi in realtà la transizione digitale ci spinge molto anche verso una sicurezza ancora più elevata.
Sì, penso che proprio gli inizi delle prime tecnologie erano proprio rivolte alla sicurezza, all’efficienza, e non si parlava di decarbonizzazione non si parlava di elettrico.
Ed è lì il problema, i software aiutano però sempre attraverso l’utilizzo dei dati e quindi bisogna capire il diritto di come devono essere utilizzati questi dati, dove vanno a finire questi dati, quindi c’è anche un tema di egemonia, lo vediamo sulle piattaforme digitali anche il veicolo è una di queste.