Esente da costi, di facile uso, affidabile e senza rischi. Così Fabio Panetta immagina il nuovo “euro digitale”. Il membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea è intervenuto al Salone dei Pagamenti 2020 trasmesso su Class Cnbc.
«L’euro digitale stimolerebbe l’innovazione nel sistema dei pagamenti e modernizzerebbe l’economia europea. Il settore dei pagamenti sta mutando in modo repentino sulla spinta di una forte innovazione tecnologica. In questo contesto sono nate le stablecoin che sono uno strumento in grado di rivoluzionare il mercato dei pagamenti».
Una rivoluzione che deve essere seguita con molta attenzione dalle autorità. «Le stablecoin possono concorrere al progresso del mercato dei pagamenti rendendo più efficienti quelli transfrontalieri; ma le stablecoin possono anche generare dei problemi di carattere sociale ed economico. Uno tra tutti l’uso improprio delle informazioni personali mettendo a repentaglio la privacy e la concorrenza. Inoltre se queste stablecoin fanno capo a soggetti esteri c’è il rischio di far dipendere il mercato europeo da tecnologie realizzate altrove e questo potrebbe avere degli impatti sul fronte dell’antiriciclaggio. Le stablecoin possono mettere a rischio la stabilità finanziaria e mettere a rischio la sovranità monetaria».
«Come Bce stiamo lavorando a un euro digitale che sarebbe una vera e propria banconota digitale. Stiamo analizzando le conseguenze tecnologiche e gli impatti sociali di questo cambiamento. Abbiamo avviato una consultazione pubblica e stiamo analizzando in modo puntuale le risposte che sono arrivate».
Una nuova moneta digitale che non sostituirebbe il contante, secondo il membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea. «Abbiamo definito un nuovo assetto sulla sorveglianza dei pagamenti. Il nuovo assetto rivisita gli strumenti a nostra disposizione adattandoli alle evoluzioni tecnologiche. In parallelo vogliamo regolamentare il mercato delle cripto valute. In questo modo le stablecoin potrebbero essere usate rispettando gli standard europei».
