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Fabio Panetta, governatore Banca d’Italia: “Serve una riduzione del debito credibile e costante”

Bisogna ridurre il debito pubblico in modo credibile, graduale e costante.

Solo così gli interessi chiesti dal mercato diminuiranno, ampliando al contempo gli spazi di manovra del governo per misure sociali.

È quanto sottolineato dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, durante il convegno “L’insegnamento di Luigi Einaudi”.

RIDUZIONE DEBITO DEVE ESSERE CREDIBILE E COSTANTE

“L’Italia ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in molti anni.

Per ridurlo non si può non condividere il principio einaudiano di tendere, con la necessaria flessibilità, a un duraturo ribilanciamento dei conti pubblici”, ha sottolineato Panetta aggiungendo che “ciò richiede una programmazione sia di breve sia di medio periodo della spesa e misure capaci di assicurare nel tempo una graduale ma costante riduzione del debito”.

“Tanto più il percorso di riduzione sarà credibile, tanto minore sarà la compensazione che gli investitori richiederanno per detenere il nostro debito.

Questo aumenterà a sua volta gli spazi di manovra per interventi fiscali di natura sociale e per fronteggiare future situazioni impreviste”, ha messo in evidenza il governatore spiegando che “potremo liberarci del fardello del debito soltanto agendo al tempo stesso sul fronte della crescita”.

Nel delineare il percorso da seguire, ha sottolineato il governatore, “è utile fare proprio un altro insegnamento di Einaudi e distinguere la spesa pubblica utile da quella improduttiva.

In termini attuali, si potrebbe dire che egli riteneva essenziale migliorare la qualità del bilancio pubblico, riorientandone la composizione al fine di innalzare lo sviluppo potenziale dell’economia”.

INFLAZIONE VICINA A 2%, IN DIRETTIVO BCE CONSENSO PER TAGLIO TASSI

Una mano nella gestione del debito potrebbe arrivare anche dalla politica monetaria.

Nell’area dell’euro l’inflazione è in rapido calo e prosegue il suo avvicinamento all’obiettivo del 2%, “rendendo possibile un taglio dei tassi”, ha spiegato Panetta rilevando che “va in questa direzione il consenso che sta emergendo -soprattutto nelle settimane più recenti- nell’ambito del consiglio direttivo della Bce”.

PERSEGUIRE STABILITA’ PREZZI SENZA DANNI INUTILI A ECONOMIA

“L’obiettivo ultimo della Banca centrale europea” deve essere quello di “riconquistare la stabilità dei prezzi senza inutili danni per l’economia reale”, lo stesso che venne perseguito nel dopoguerra, ha messo in evidenza il numero uno di palazzo Koch ricordando che il nome di Einaudi “è indissolubilmente associato all’efficace e decisiva stabilizzazione monetaria che pose le basi per la ricostruzione e per la prolungata fase di sviluppo del secondo dopoguerra.

Alla metà del 1946, quando l’inflazione bellica sembrava vinta, si ebbe un’improvvisa impennata dei prezzi, la cui dinamica annua giunse a superare il 60%.

Il risanamento monetario fu conseguito agendo su quattro fronti: riformando il regime di riserva obbligatoria e aumentando il tasso di sconto; assegnando alla Banca d’Italia la vigilanza sulle banche; ristabilendo un limite al finanziamento monetario dello Stato; reinserendo l’Italia nella comunità finanziaria internazionale con l’adesione agli accordi di Bretton Woods”.

Questa manovra “innovativa e intelligente determinò un cambio di regime monetario.

Insieme alla credibilità della banca centrale, cui la figura di Einaudi contribuì in modo decisivo, essa consentì di piegare la dinamica dei prezzi, riacquisire il controllo delle aspettative e riassorbire la liquidità in eccesso, senza penalizzare troppo l’attività produttiva e il credito”, ha continuato il governatore.

PANETTA CITA EINAUDI SU GESTIONE CONTI E CONCORRENZA

Concorrenza, stabilità monetaria ed equilibrio dei conti pubblici.

Ma anche Italia ed Europa.

Da questi temi è iniziato il ricordo di Luigi Einaudi da parte del governatore.

Gli interventi di Luigi Einaudi sono “pervasi dal richiamo al valore della concorrenza quale motore dell’imprenditorialità, dell’innovazione e infine dello sviluppo.

La concorrenza che egli propugna è priva di eccessi.

I suoi scritti denotano la consapevolezza del rischio che l’operare dei mercati, se incontrollato, possa lacerare il tessuto della società.

Per questa ragione”, ha spiegato Panetta, “auspicava una concorrenza regolata e moderata dallo Stato, al quale spetta di rimediare ai fallimenti del mercato.

Ma Einaudi sottolineò, nel contempo, la necessità di porre limiti precisi all’intervento dello Stato nell’economia.

Era naturalmente avverso a un intervento pubblico volto a generare vantaggi esclusivi, favori, privilegi”.

Un ulteriore richiamo fermamente riproposto da Einaudi nei suoi interventi è quello alla “stabilità monetaria e all’equilibrio delle finanze pubbliche”.

Da ministro del Bilancio fece approvare la legge che limitava il ricorso alla creazione di moneta per finanziare le spese dello Stato.

“Contrario al disordine e agli squilibri, Einaudi considerava la moneta un’istituzione preziosa, la cui stabilità è necessaria per rafforzare la libertà economica e la coesione sociale”.

Anche grazie alla sua influenza sui lavori dell’assemblea costituente, nella nostra Carta costituzionale viene “affermata l’esigenza di una oculata gestione pubblica”, introducendo il principio secondo cui ogni legge che preveda nuove spese deve indicare i mezzi per farvi fronte (art.

81)”.

Einaudi sosteneva la “necessità di un bilancio pubblico sostanzialmente in pareggio; non era contrario a temporanei disavanzi in situazioni straordinarie, purché si adottassero appena possibile misure di riequilibrio”, ha concluso Panetta.

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