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Andrea Enria (presidente Consiglio Sorveglianza BCE): «Il rialzo dei tassi è un’arma a doppio taglio per le banche»

«Il primo impatto dell’aumento dei tassi di interesse dovrebbe essere positivo sul margine di interesse delle banche, quindi sulla redditività», ha detto Andrea Enria, presidente del Consiglio di Sorveglianza della Bce, alla Cnn Portogallo. Ernia, però, mette in guardia su possibile incremento dei crediti deteriorati. Il tutto dipenderà dal ritmo della crescita e dal rischio di una nuova recessione.

«Potrebbe però esserci anche un effetto depressivo sulla valutazione delle partecipazioni a reddito fisso dei titoli che le banche hanno nei loro portafogli. E il terzo effetto, soprattutto se questo aumento dei tassi di interesse sarà accompagnato da una minore crescita, potrebbe essere la minor capacità dei mutuatari di rimborsare i loro prestiti. Quindi ci sarà un impatto sulla qualità degli attivi delle banche».

La Bce ha svolto alcuni esercizi interni: se si rimanesse nell’attuale scenario – cioè di rallentamento della crescita che resta però positiva nel 2022-23 – e il picco dell’inflazione di quest’anno venisse riassorbito, probabilmente ci sarebbe ancora un impatto positivo netto per le banche europee. Ma se entrassimo invece in un rallentamento più pronunciato o addirittura in una recessione, allora il deterioramento della qualità degli attivi sarebbe predominante.

Negli ultimi anni la Bce si è impegnata molto per rafforzare la gestione del rischio di credito delle banche. Ha scritto lettere esercitando molta pressione per migliorare i loro processi di gestione del rischio. Ed Enria pensa che le banche siano in una posizione più forte, ma ovviamente tutto dipenderà dallo scenario macroeconomico con cui dovranno confrontarsi.

«Se siamo in uno scenario di crescita ridotta rispetto alle aspettative precedenti ma comunque di crescita positiva, nonostante l’inflazione si stia riassorbendo e ritorni, ad esempio, al target del 2% il prossimo anno, le proiezioni del conflitto bellico saranno probabilmente assorbite senza grossi problemi. Se entriamo in uno scenario di recessione o se abbiamo un picco dei tassi di interesse più marcato di quanto attualmente previsto, allora quello potrebbe essere uno scenario più difficile per le banche europee».

Se la pandemia per il sistema bancario si è mostrata meno preoccupante del previsto grazie anche alle misure messe in campo dai governi, dalla Commissione Ue e dalla Bce, il conflitto tra Russia e Ucraina riporta il focus dell’ex Eurotower sul rischio del credito. A causa della guerra gli investitori «hanno iniziato a rivedere la loro posizione delle banche europee. Nelle prime settimane di guerra abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle esposizioni dirette delle nostre banche verso controparti in Russia, Ucraina e Bielorussia».

«Abbiamo concluso che la loro esposizione diretta non è un grosso problema, ma è qualcosa di gestibile. Anche se si azzerassero tutte le esposizioni delle banche europee nei confronti delle controparti russe, non sarebbe un grosso problema», ha spiegato ancora Enria. «Il vero problema è quali saranno gli effetti di secondo impatto in termini di rallentamento della crescita nell’area dell’euro e in termini di aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Quindi ora stiamo concentrando gran parte della nostra attenzione sul rischio di credito», ha concluso.

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