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Donatella Tesei (presidente Regione Umbria): «Ecco una nuova visione strategica della nostra economia. Non facciamo miracoli, ma finalmente guardiamo al futuro»

La presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ha presentato il Documento di economia e finanza regionale, illustrandolo in Assemblea legislativa. «Un documento molto diverso dal passato», secondo la presidente umbra.

«In questo Defr c’è una nuova visione strategica, sostenere le imprese perché il lavoro è l’unica risposta strutturale alla povertà, un obiettivo da raggiungere nel modo più veloce possibile. Ha una chiara cifra politica e strategica, con uno sguardo rivolto al futuro e legato alla crescita dell’Umbria».

Un documento strategico, che serve alla Regione per guardare al futuro, dopo questo periodo pandemico. «L’Umbria è arrivata all’emergenza Covid in una situazione economica difficilissima, che dobbiamo tentare di invertire. Il senso istituzionale non può farci prescindere da alcuni dati. Il Pil umbro dal 2008 a 2018 ha perso 12,8 punti percentuali, in Italia il 3,3. In 10 anni siamo andati quattro volte peggio di un Paese in difficoltà. La spesa ha perso oltre il 5 per cento contro l’1,7 del Paese, ancora quattro volte peggio. Il reddito disponibile delle famiglie ha perso 6 punti percentuali. La produttività è arrivata a 88 punti mentre 15 anni fa eravamo in media. Il Covid ha colpito una regione che già partiva con dati allarmanti».

Dei dati allarmanti che riguardano anche l’età della popolazione e il conseguente decremento demografico. L’Umbria è una macchina ingolfata da rimettere in sesto, che deve ancora recuperare dei deficit importanti, come per quanto riguarda il trasporto. «Nel 2021 dovremo continuare a tenere sotto controllo la tenuta del tessuto socio economico della Regione con misure di sovvenzione di grande portata, con misure di prospettiva per il rilancio post Covid. Una logica di doppio binario che appena possibile ci potrà portare a innestare la marcia dello sviluppo. Il Defr punta su recupero fiducia per il rilancio, con iniziative per rendere attrattiva l’Umbria per venirci a vivere, a fare imprese, a poter lavorare. Per fare ciò abbiamo bisogno di infrastrutture, con treni veloci, un aeroporto collegato ad un hub internazionale per fare del nostro aeroporto un volano per il turismo e lo sviluppo».

Insomma, lavoro, pubblica amministrazione più snella, turismo, lavoro e impresa, sanità ovviamente, ma senza dimenticare i poveri, sempre di più dopo il Covid. Per fare questo ci vogliono risorse, che anche a causa della pandemia sono ridotte all’osso. «Le risorse per tutto questo provengono dalla riprogrammazione comunitaria dei fondi non spesi: 98 milioni di euro allocati, spesi per il 40 per cento nel 2020 e da spendere per il 60 per cento nel 2021. Dalla riprogrammazione Fsc vengono 98 milioni da spendere nel 2021 al cento per cento. Noi siamo perfettamente in linea con riprogrammazione, siamo stati una delle regioni più veloci nel farlo. Poi ci sono le nuove risorse comunitarie 2021-2027 che si stimano intorno ai 700 milioni di euro per Fesr e Fse, 100 l’anno. Per il Psr si stimano 800 milioni, 115 all’anno. Ovviamente occorre trovare il cofinanziamento».

La Tesei poi si esprime anche riguardo il Piano nazionale ripresa e resilienza, chiedendo chiarezza. «Non sappiamo ancora quale sarà il ruolo delle Regioni, non è dato sapere se avremo fondi autonomi. Le regioni stanno chiedendo chiarezza su loro ruolo, i tempi stringono. Forse dovremo solo cercare di dialogare con il Governo per caldeggiare alcuni dei nostri progetti strategici per inserirli nel piano nazionale. Tutte le regioni hanno predisposto pacchetto di progetti fattibili e cantierabili. Al momento questo punto nodale e fondamentale non si è ancora sciolto. Serve chiarezza».

In chiusura la Tesei elogia il lavoro dietro la redazione del Defr, basato su un dialogo proficuo. «Il dialogo sul Defr è stato innovativo, con una presentazione in due giorni, uno per l’illustrazione e uno per raccogliere suggerimenti. Non penso di rimettere in moto l’Umbria in un anno, ho già detto che ne sarebbero serviti almeno 5. Questo Defr comincia a guardare in modo fattivo al futuro. Spero che tutte le misure che saranno adottate siano condivise da tutti nell’interesse degli umbri».

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